Continuano gli appuntamenti della Società Beethoven in questo periodo di festività seguiti costantemente da tantissimi giovani desiderosi di immergersi in una realtà culturale che per anni è stata trascurata, Giovedì 27 dicembre, presso l’Auditorium del Liceo Musiale “O.Stillo” , si è esibita la pianista Giusy Caruso. Artista calabrese che avevamo avuto la fortuna di ascoltare ad applaudire e che con caparbietà e volontà porta avanti un’attività intensa che la porta e l’ha portata a suonare nelle più prestigiose sale da concerto del mondo artistico. Musicista completa che associa ad una tecnica brillante ed incisiva una preparazione culturale e musicale molto solida. Un pianismo quello della Caruso che spazia dal puro classico alla musica contemporanea. Da Chopin a Boulez e Charpentier. Ad una tecnica granitica contrappone una contabilità suadente e carezzevole. Il programma presentato intitolato “Retrospective” comprendeva: F. Chopin – 24 “Preludi op. 28”, C. Debussy- “Clair de Lune”, P. Boulez-“Douze Notations pour Piano”, J. Charpentier – da 72 “Etudes Karnatiques: Ciclo n. 8 Quasi Sonata”.
Uno Chopin presentato dalla Caruso, nel quale sembrava convergere tutta l’energia e l’adrenalina impiegate per stanare la modernità aggressiva e insita nelle sue opere. La rapidità quasi convulsa dei passaggi tra esterni dinamici, la maliziosa sottolineatura delle zone franche dell’armonia con modi d’attacco estremisti, la tensione delle melodie, l’uso dei tempi lenti provocano una sorta di saturazione poetico espressiva, rende “nuovo” e diversamente procace ogni riascolto. Un’escursus veloce sulla musica francese che passando da un Debussy molto romantico ci ha immerso velocemente nelle rarefazioni sonore e fortemente provocatorie di Boulez e Charpentier; dove la ricerca del suono fine a se stesso provoca una sorta di ansia e di attesa che ha costretto i numerosissimi presenti ad un’attenzione e provocazione nuova per la tipologia e la cultura della musica contemporanea del nostro territorio. Brani inusuali ma interessanti che aprono nuovi orizzonti su una realtà musicale in continua evoluzione. Applausi calorosi e sentiti, coronati con un bis dedicati ad un contemporaneo e non, come Nino Rota.