“Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nella città polacca di Auschwitz. Varcati i cancelli, i militari si ritrovarono di fronte l’orrore, la morte, lo sterminio. Liberati i pochi superstiti, le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono al mondo la brutalità di un vero e proprio genocidio. Il 27 gennaio è una data, una commemorazione, durante la quale non si possono e non si devono dimenticare le tragedie dell’olocausto, anzi, è importante condividere e “far sapere” per sensibilizzare le persone a quella che è stata una delle più terribili e imperdonabili azioni della storia umana”. Con queste parole, Giuseppe Sasso, presidente del consiglio dei giovani, ha spiegato, al termine della Santa Messa di domenica, il senso delle celebrazioni della Shoah. Una giornata simbolica, dunque, quella del Giorno della Memoria, organizzata dalla Commissione alle pari opportunità del Comune di Cirò Marina unitamente all’amministrazione Comunale e al consiglio dei giovani appunto. Una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Presente per l’amministrazione Comunale, il neo assessore Francesco Ferrara, il gonfalone del Comune portato dalla Polizia Municipale, i giovani del consiglio, Sasso, Fuscaldo, Salerno, Gangale, Gandolfo, Pucci e la commissione alle pari opportunità, quasi al completo con la vice presidente, Pina Malena in testa. Una prima iniziativa che si inserisce nella più vasta e articolata commemorazione che è iniziata appunto domenica e che proseguirà con la visita del campo di Ferramonti nel Comune di Tarsia, nella giornata di martedì e poi sarà completata con un convegno dibattito sabato prossimo nella sala di Palazzo Porti. Un’iniziativa per sottolineare ancora una volta, qualora ce ne sia bisogno, che non si deve dimenticare. Non dimenticare per impedire che le generazioni prossime, impediscano il ripetersi di simnili sciagure umane. Ci pare giusto quindi ripetere quanto, concludendo, Sasso ha letto, riportando le parole di Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Durante la S.Messa, a parte una vera e propria “catechesi” “imposta” da Don Antonio agli astanti, per spiegare il senso profondo delle letture domenicali che mettevano al centro “Gesù come uomo della parola”, è stata accesa la lampada della fede, che nei prossimi giorni farà il giro delle case di alcune famiglie particolarmente fedeli alla “Parola”.