“Ci riferiamo alle osservazioni, apparse sugli organi di stampa, a firma di Michele Calvo, Coordinatore Provinciale dei Riformisti Italiani, nella cui nota si esprimono “forti preoccupazioni concernenti la cattiva circolazione stradale cittadina”. Osservazioni giuste perchè, nel prossimo futuro, si andrà ineluttabilmente a minare il vivere civile di tutta la comunità Crotonese, se non si interverrà, entro breve tempo, con atti prepositivi e risolutivi tendenti a regolarizzare la caotica ed indisciplinata circolazione stradale, allo stato priva di qualsiasi regola di sicurezza – afferma in una lettera indirizzata al sindaco Vallone, il presidente dell’associazione “Marco Polo”, Rosario Villirillo. Più precisamente, gli ultimi avvenimenti, che hanno visto protagonisti due Bus urbani, con conseguenze mortali sia per il passeggero che per il pedone, stanno a rivelare una situazione alquanto triste e pericolosa che, il più delle volte, dall’emergenza dei fatti, è da imputare alla cattiva abitudine di cittadini-conducenti e pedoni che, ritenendosi astuti, inficiano la “sicurezza stradale” con comportamenti scorretti ed irresponsabili. Un tema da discutere per sviluppare un modo nuovo di parlare di sicurezza. Pertanto, chi di pertinenza deve confrontarsi direttamente con chi opera e lavora sul territorio per capire e fare sinergie al fine di migliorare la vivibilità della città. Cosa assai difficile da attuare, stando chiusi nelle stanze dei palazzi! La responsabilità degli incidenti stradali dipende, chiaramente, sia dagli automobilisti che dagli stessi pedoni. Ottenere più sicurezza sulle strade delle città dipende, dunque, anche e molto da chi cammina per strada a piedi, che ha il dovere di conoscere e di rispettare, sempre, il codice stradale: sicuramente un buon inizio sarebbe un forte impegno congiunto dei cittadini e delle Istituzioni a ciò preposte, magari curando la realizzazione e la diffusione di spot televisivi e di opuscoli informativi, al fine di trovare un giusto equilibrio e di stabilire una più corretta e civile convivenza cittadina. Le cattive abitudini dei conducenti italiani è stata rilevata da una statistica, pubblicata sul quotidiano “Il Giorno” di Como, ove viene rimarcato, dalla stampa elvetica, che gli automobilisti italiani in Svizzera verrebbero multati in media ogni 4 minuti. Una cifra sorprendente, che è calcolabile in base al numero complessivo di sanzioni del codice della strada elvetico rilevate nel corso dell’anno, che oscillano tra le 100 e 120 mila, ossia quasi 330 al giorno. La gran parte dei nostri concittadini, beccati a violare il codice stradale elvetico, circa il 70 %, paga appena giunge la multa a casa, il resto paga quasi sempre in seconda battuta o in ritardo per una ragione pratica: in Svizzera non si scherza e chi non salda la multa rischia l’arresto. Più a rischio gli stranieri negli incidenti stradali: C’è chi crede che questo Paese debba essere ancora off limits per gli stranieri, ma ancora non si è reso conto che la storia, le migrazioni degli ultimi anni, la globalizzazione ci stanno rendendo una nazione multietnica, con la conseguente evoluzione degli schemi della società, cui eravamo abituati, modificata anche dalle abitudini della popolazione che, pur provenendo da altri paesi, ha deciso di risiedere stabilmente in Italia. Si calcola, da indagine ISTAT, che gli stranieri sono quasi cinque milioni, dei quali ben oltre la metà, circa 2,6 milioni, muniti di patente. Di questi 1,4 milioni hanno conseguito l’abilitazione alla guida in Italia. Mentre sono 2,7 milioni le automobili e più di 250.000 moto i mezzi di locomozione intestati agli stranieri. Chiaramente, però, la diversità di abitudini e di comportamenti alla guida, che variano da nazione a nazione, la scarsa conoscenza di leggi e regolamenti ma anche della segnaletica nostrana, comportano un aggravamento dei problemi di sicurezza stradale, se si pensa che già nel Belpaese, normalmente e da decenni, i sinistri stradali siano forieri di rilevanti ripercussioni sul nostro sistema economico e sociale.
Basti pensare che, solo nel 2011, nel nostro Paese ci sono stati, in conseguenza degli incidenti stradali, ben 3.860 morti, 292.019 feriti e costi sociali per oltre 28 miliardi di euro, che corrispondono ad una cifra prossima al 2% del PIL nazionale. Da segnalare che, per rimediare agli inconvenienti dettati dalla possibilità di problemi connessi alla difformità delle abitudini alla guida, l’ACI ha lanciato un programma in tal senso, che prevede 1.000 corsi gratuiti di guida sicura l’anno, dedicati agli stranieri per tre anni e la realizzazione di un call center multilingue per consulenza legale e tecnica sui problemi legati alla mobilità. In particolare, le lezioni in questione vengono effettuate presso alcuni centri dell’Aci. Il progetto è partito lo scorso anno con la partecipazione pronta di almeno 1.300 automobilisti stranieri. Una volta superato il corso, i 3.000 stranieri previsti, che vi hanno preso parte, saranno nominati “Ambasciatori di sicurezza stradale” presso le proprie famiglie e le rispettive comunità nazionali, con l’impegno a promuovere il rispetto delle regole e, in particolare, l’importanza dell’uso delle cinture di sicurezza (anche posteriori), dei seggiolini omologati per il trasporto dei bambini, degli auricolari e dei sistemi viva-voce per il cellulare e a denunciare i pericoli derivanti dalla guida sotto l’effetto di alcol e droghe. Iniziative del genere devono avere maggiore diffusione anche in relazione a tutti gli obblighi che vigono in Italia, quale quello della copertura R.C. Auto, spesso sottovalutato in quanto non esistente in tutte le nazioni, anche perché è vero che la sicurezza stradale non è una questione di razza o di colore della pelle, ma, anzi, l’educazione in tal senso può costituire un ulteriore ed importante momento di accoglienza e d’integrazione. Parcheggi e Territorio: “Una riflessione più in generale”, dalla quale si evince che ulteriori passi in avanti vanno fatti anche per il recupero del territorio che, da quanto è noto, risulta sottratto alle Istituzioni locali, in più parti della città, da cittadini nordafricani che, forse per ragioni di sopravvivenza, si sono appropriati e gestiscono, a proprio compiacimento, il territorio, con ripercussioni negative verso il cittadino-utente che, causa forza maggiore, deve posteggiare l’autovettura laddove stanziano i nordafricani, ai quali è costretto a versare qualche moneta per ricambiare il favore di aver sorvegliata l’autovettura nell’assenza, durante la quale fa la spesa ed acquisti di vario genere. L’accattonaggio avviene anche all’uscita del supermercato, dove si è circondati da più indigenti che, anche se con mite intenzioni, chiedono con insistenza di avere la carità con espressione pietosa (per esempio: “Signore, devo mangiare”), ossia un “grido di sofferenza e dolore” che lascia prefigurare periodi tristi e che deve indurre a riflettere se un Paese, che vanta tanta modernità ed accoglienza, può accettare queste velate forme di “schiavismo”, per necessità. Liberare i cittadini dalla paura è uno dei doveri fondamentali delle istituzioni. L’illegalità non ha giustificazione. Essere solidali non significa giustificare l’illegalità. Al contrario, è proprio la lotta all’illegalità la prima forma di solidarietà perché sono spesso i più deboli a subire i maggiori pericoli. La sicurezza è un indice di qualità della vita. Vogliamo che i cittadini sentano di vivere in un luogo il più possibile sicuro. Un contesto urbano degradato certamente non favorisce la percezione di sicurezza. Quindi, le ordinanze o gli eventuali provvedimenti che devono o, dovranno, essere emessi dall’Amministrazione Comunale a tutela del territorio vanno mirati nella direzione di contrastare l’illegalità a vantaggio sia degli immigrati che di tutta la cittadinanza”.