Come tutte le favole, anche questa ha avuto il suo lieto fine. Una favola perché questa vicenda ha coinvolto un bambino che per una notte ha dormito vicino ad un cucciolo di capriolo, giocando con esso, accudendolo. E’ successo all’indomani del ritrovamento da parte di un anonimo signore di Crucoli, che si era recato per una passeggiata in Sila. Allertati i Carabinieri del nucleo di Cirò Marina, prontamente intervenuti, questi hanno preso in consegna il piccolo capriolo, appena 1,6 kg e due mesi di vita, portandolo a Cirò Marina, dal dott. Giuseppe Bruno che lo ha accudito e curato, il quale ha informato subito il gruppo di protezione ambientale “Fare ambiente”. “Tonio” è stato chiamato il piccolo capriolo, perché ritrovato a ridosso della festa di S.Antonio, come ci ha riferito lo stesso Giuseppe Bruno, non nuovo a questi interventi di recupero e salvataggio di animali. Da qui, è iniziata la favola del figlio del dottor Bruno, Antonio, che per tutta la notte successiva ha potuto godere dell’insolita e straordinaria avventura, trascorrendo la notte con il piccolo capriolo, che da lì a poche ore, nella mattinata successiva è stato consegnato alle cure del Cras di Catanzaro (centro recupero animali selvatici).
Operazione di consegna effettuata alla presenza anche del comandante delle guardie del nucleo ecozoofilo di Cirò Marina. Le cure del dott. Fabio Castagna del Cras di Catanzaro (ci domandiamo quando e perché non viene istituito il Cras di Crotone), che lo sta seguendo, si spera potranno fra qualche mese, forse a settembre, riuscire a fare riprendere il piccolo capriolo, prima che l’animale possa prendere l’imprinting umano per potere essere ammesso in un centro delle guardie forestali per poi, se idoneo e pronto, essere definitivamente rimesso in libertà. Il dottor Bruno, da questa vicenda, felicemente conclusa, coglie l’occasione per rivolgere consigli e moniti a chi dovesse imbattersi in animali simili: “non bisogna toccarli ‘la madre dell’animale’ potrebbe in seguito rifiutarlo, condannandolo di fatto a morte. Infine, questa specie ed altre, (cinghiali, tassi, lupi, volpi) oltre ad essere specie protette, sono portatori e veicoli di malattie infettive, quindi non toccarli e non prenderli, anche perché la loro detenzione è perseguibile penalmente”. Come perseguibili dovrebbero essere quei cittadini che, apprendiamo dallo stesso dott. Bruno, in questi giorni stanno distribuendo e diffondendo “polpette avvelenate” che stanno procurando non pochi “dolori” ai cani e ai loro padroni.
Salve…trovo giuste e sacrosante le parole e i consigli del dott. Bruno. Ammesso che il piccolo sia poi effettivamente sopravvissuto…se lattante ad esempio…il latte da somministrare è quello della capra molto più simile al naturale…oltre alle particolari e non semplici cure e accorgimenti…ma tranne casi assolutamente eccezionali, questi animali non vanno assolutamente toccati. Spesso non sono abbandonatima ssemplicemente nascosti tra l’erba alta o dietro un riparo da parte della mamma. Quindi toccarli o prelevarli corrisponde molte volte a condannarli. Vanno lasciati stare…al massimo se si hanno dubbi chiamare la polizia provinciale o il corpo forestale ma mai toccarli…ben diverso ma raro se si trova la mamma morta o gravemente ferita e il poccolo o i piccoli al seguito…ma consiglio sempre di rivolgersi agli enti preposti anche perché sono animali protetti dalla legge che ne vieta anche solo la semplice detenzione. Ovvio che non conosco questo caso nel dettaglio ma i miei consigli valgono a prescindere dal caso in oggetto. Saluti