Il gruppo LaAV (Letture ad Alta Voce) ha promosso e svolto un incontro-dibattito sulla tematica “Differenza di genere: ruoli e responsabilità” presso la biblioteca comunale “L.Lilio”, in via Libertà a Cirò Marina. La riflessione ha preso spunto dalla lettura di vecchi proverbi, inerenti alla tematica, selezionate e lette dai presenti, al fine di stimolare un confronto socio-culturale sulle funzioni e il cambiamento di ruolo della donna nella famiglia, nell’ambiente lavorativo e nella società. All’incontro hanno preso parte alcune figure femminili per meglio puntualizzare ed approfondire l’evolversi del ruolo della donna nei suoi diversi aspetti. In parallelo e in conseguenza la riflessione si è sviluppata anche sulle implicazioni che tali cambiamenti hanno determinato nelle relazioni sociali e familiari, nonché nelle interazioni in ambito lavorativo. Che cos’è la differenza di genere? Le differenza tra le persone di sesso diverso non sono solamente un dato naturale, biologico e fisiologico, ma anche culturale. Il termine “sesso” indica il carattere fisico di una persona. Il termine “genere” indica il modo in cui la società considera tale carattere fisico, i comportamenti e le caratteristiche che vengono ritenuti opportuni per i due sessi. L’origine del termine ”genere” si deve al pensiero femminista degli anni ’70 che lo elaborò per sottolineare quanto vi è di socialmente e culturalmente costruito nella maschilità e nella femminilità degli individui. Si intendeva inoltre dimostrare la responsabilità delle istituzioni sociali nella trasmissione e nella produzione di quei modelli sessuali che da sempre favorivano uno squilibrio di potere ai danni del genere femminile.
La socializzazione di genere è l’educazione nei confronti dei bambini e delle bambine ad assumere quei comportamenti e ruoli diversi che la società ritiene opportuni per gli uomini e le donne. Questo fa in modo che la propria identità fondamentalmente si basi sul “sesso”. In ogni società ogni bambino viene tendenzialmente socializzato a quei comportamenti e ruoli sociali che nella visione collettiva sono ritenuti adatti agli individui del suo sesso. Partendo da questi concetti di base, le tre figure femminili invitate a “raccontare” le loro esperienze personali di donne impegnate, Marta Cuzzolin, moglie del capitano dei Carabinieri di Cirò Marina, Paola Lattari, volontaria Dama della CRI, e Amalia Manno, moglie del compianto maresciallo Semerano, hanno esposto, non senza in alcuni momenti, trasmettendo le loro esperienze, facendo percepire una forte emotività e intime sofferenze, i loro punti di vista. Letture di alcuni brani a cura dei soci LaAv, commenti maschili, fra i quali quello istituzionale del vice Sindaco, Franco Ferrara, hanno fatto da contraltare alla vivace discussione creatasi. Durante il vivace dibattito che si è prodotto, sono emersi i cambiamenti nel campo dell’istruzione, le condizioni di vita lavorativa, i ruoli e i compiti all’interno della famiglia, l’autonomia e la gestione del tempo libero per le donne e in confronto agli uomini nel corso degli ultimi cinquant’anni. Al termine, la consegna di acquarelli a cura della pittrice “Berenice”, che da sempre ha avuto nella figura femminile la sua musa ispiratrice, alla tre “ospiti” della serata. Una serata interessante e molto stimolante, che potrebbe essere ripetuta, come ci ha confermato la promotrice del gruppo LaAv, Candida De Marco.
I commenti dei Soci LaAv
Gina Sgro: “L’incontro ha lasciato in me la gradevole sensazione di aver vissuto una parentesi alternativa alla routine della nostra quotidianità. Lo definirei un momento di crescita nel quale ognuno ha dato il suo contributo. Di questo ringrazio, a nome del gruppo LaAV, tutti i partecipanti per la loro presenza attiva, in particolare le signore Amelia, Marta e Paola che hanno arricchito, con la loro esperienza di vita, gli spunti della nostra riflessione. Un grazie altrettanto sentito all’assessore Ferrara per i suoi interventi personali, e non solo di carattere istituzionale; ai giornalisti presenti dall’inizio alla fine, manifestamente coinvolti e partecipi; a tutti gli altri che hanno reso questo incontro aperto e interattivo con le loro osservazioni, commenti e apporti che, a dir poco, sono stati determinanti per lasciare in ognuno di noi il desiderio e l’auspicio che incontri così si ripetano presto e più spesso possibile.”
Mariapaola Ierise: “In questa giornata, accanto alla dimensione ricreativa, educativa e culturale della lettura e della letteratura ha trovato voce anche il valore sociale delle stesse, che si esplica nello stimolare l’espressione dei punti di vista di ciascuno ed in conseguenza il confronto e la possibilità d’incontro di idee diverse, in un reciproco arricchimento degli individui. Inoltre è stato interessante notare come si possa addivenire ad un avvicinamento e ad una vicendevole comprensione partendo proprio dal riconoscimento delle differenze di processi cognitivi e attitudini, piuttosto che da una supposta e fuorviante “uguaglianza” detrattrice delle peculiarità di ciascuno. Questa consapevolezza apre lo sguardo in direzione di una realizzabile complementarietà e di un possibile mutuale aiuto.”
I proverbi letti in sala: Dio non poteva essere ovunque, perciò ha creato le madri; Una donna facile è quella che ha la moralità sessuale di un uomo; Certe donne preferiscono essere belle piuttosto che intelligenti, e non hanno tutti i torti visto che moltissimi uomini hanno la vista più sviluppata del cervello; La donna ha oggi la maschia fattezza e l’uomo della donna ha la mollezza; Una donna che si crede intelligente reclama gli stessi diritti dell’uomo. Una donna intelligente ci rinuncia; Una casa senza donna è come una lanterna senza lume; A donna si principìa cu i labbra ammelat e po’ t’ dassa cu ru cor avvelenatu; Né donna né tila a lustru ‘e cannila; A fimmina tena i cappidd longh e ra menta curta; Abbi donna di te minore, se vuoi essere signore; Donna che per amor si piglia si tenga in briglia; A fimmina fa l’omu e ra palumma fa ru nidu; I palat ara mugghjera su’ passul e fichi; Je sugnu u cap d’a casa ma chin’ cumanna è mugghjerma; Dopp i cumpett venin i difetti; L’omu doma l’animal, a fimmina doma l’omu I figghj doman a fimmina; Donne, asini e noci vogliono le mani atroci; Donna buona vale una corona; Figghj fimmin e gutti i vinu Cacciali cchjù prest oji ca doman matina; La donna è come l’onda; se non ti sostiene ti affonda; Figghj fimmini e mali nottati; Fighj e maritu com Dju ti manna; Cu dissi donna dissi danno; La ragazza è come la perla: meno si vede, più è bella; Donna buona, bella e cara è una merce molto rara; Arberu ca stridi e fimmina ca ridi pigghja a ‘ccetta e falli cadiri; Si t’è ‘nzurari, pijti na zzoppa Ca ‘e na zzoppa ti nni vidi beni; L’omu com’a pensa, a fimmina com’a conzi; S’u pecuraru sappissa tutti i ‘mbroghj da mugghjera ara furca du paghjaru l’appennissa de nu peru.