“Vogliamo rimarcare, manifestando la nostra amarezza, che Crotone è l’unico capoluogo calabrese privo di un polo universitario” – afferma il coordinatore dei Riformisti, Michele Calvo. “Al riguardo, ancora oggi non trova alcuna ragione né giustificazione logica la dismissione del polo didattico di via Saffo che pure funzionava regolarmente: le lezioni erano tenute quotidianamente; gli appelli degli esami di profitto si svolgevano in sede; i docenti, oltre che fornire il materiale didattico, avevano anche attivato corsi di recupero per favorire l’apprendimento degli studenti; il personale di segreteria svolgeva le proprie mansioni con professionalità e adempiva alle pratiche burocratiche con molta efficienza; il numero dei laureati era considerevole; il servizio mensa era garantito agli aventi diritto; le borse di studio erano erogate regolarmente; alcuni docenti soggiornavano in città durante il periodo delle lezioni, integrandosi nella comunità crotonese; le sedute di laurea e le proclamazioni si tenevano in sede; i relativi corsi di laurea, ciascuno secondo il proprio indirizzo, fornivano agli studenti gli strumenti e le competenze, acquisiti anche in seminari di studio ed in tirocini e/o stage, utili alla conoscenza ed all’analisi dei bisogni del territorio. In più, la volontà di attivare nuovi corsi di laurea, in aggiunta a quelli già esistenti, più volte manifestata e dichiarata dagli stessi rappresentanti dell’Unical negli incontri con i nostri amministratori, suffragava ed alimentava la concreta possibilità di avere, in città, un ateneo di una certa rilevanza nell’ambito non solo regionale ma anche nazionale.
Le università telematiche, presenti nel territorio, non contribuiscono alla crescita culturale del territorio stesso in quanto rimangono circoscritte in un ambito chiuso, virtuale ed avulso dalla realtà esterna ed il corpo docente, non stanziando in loco, non si integra nel tessuto sociale. Le stesse università telematiche non hanno sostituito, nella funzione, il dismesso polo didattico di via Saffo né possono essere paragonate all’iniziativa intrapresa, negli anni ’80, dall’allora sindaco socialista Visconte Frontera che, con la realizzazione del Cud (centro universitario a distanza), rispondeva ad un’esigenza pressante, quella di fornire all’imprenditoria locale personale specializzato in informatica nel momento storico in cui tale settore diveniva fondamentale, se non addirittura vitale, per ogni attività produttiva. Diventa essenziale la presenza, in loco, di un polo didattico che formi le figure professionali richieste con corsi di laurea attinenti (in archeologia, in conservazione e restauro dei beni culturali, in scienze e tecnologie per l’ambiente, in scienze antropologiche ed etnologiche, in progettazione e gestione dei sistemi turistici, in scienze sociologiche per lo sviluppo locale e la governance, in scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica ed ambientale). Dinnanzi all’esigenza di riavere il polo didattico non può né deve sussistere alcuna causa di impedimento, né tantomeno di natura economica, potendo il suddetto polo essere finanziato con le royalties spettanti al Comune”. Calvo invita l’assessora all’università, Dr.ssa Antonella Giungata a farsi portavoce di questa istanza e convocare un tavolo con tutti i soggetti (forze politiche, dirigenti scolastici, sindacati, associazioni culturali, associazioni di categoria, associazioni studentesche) interessati alla promozione della cultura e degli studi universitari per pianificare l’apertura dei corsi di laurea.