Lunedì mattina Gaetano Caminiti, referente dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”, è stato destinatario di un macabro avviso: una testa di capretto è stata lasciata agganciata allo sterzo del suo scooter, a Reggio Calabria, davanti casa, con un biglietto con scritto “fai la stessa fine”. Sempre lunedì mattina, il presidente della Commissione di vigilanza e controllo del Consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti, ha ricevuto a Palazzo Campanella, Antonio Turri, Presidente della suddetta associazione, e Caminiti; un incontro organizzato, nel contesto della visita a Reggio di Turri, proprio a seguito della denuncia del fatto, sporta da Caminiti ai carabinieri.
“E’ importante che tutti gli imprenditori vittime del racket denuncino; è importante che l’esempio coraggioso di Caminiti – ancora oggi sotto scorta – si moltiplichi; è importante che l’associazionismo antiracket diventi un tutt’uno con lo sforzo compiuto dalle Forze dell’Ordine per assicurare il controllo del territorio” – affermano Vincenzo Giordano e Francesco Molinari del M5S. “Tuttavia occorre sottolineare come, alla giusta direzione intrapresa da cittadini coraggiosi – da soli ed in forma associativa – manchi ancora un’adeguata attenzione dello Stato alle dinamiche concrete della lotta alla ‘ndrangheta nel territorio calabrese, soprattutto nell’assecondare la giusta presenza delle Forze dell’Ordine ed il loro corretto supporto. Ancora echeggiano, senza riscontro, le promesse fatte nei mesi scorsi dal Ministro Alfano”.