La crisi delle clementine in Calabria è veramente terribile e dura, con prezzi pagati agli agricoltori in moltissimi casi inferiori ai loro costi di produzione e questo manda in tilt l’economia di interi territori e delle famiglie con gravi ripercussioni. “Una situazione oltreché pericolosa – sostiene Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che sta già pregiudicando il futuro di molti clementicoltori e che ci può fare perdere significative quote di mercato a vantaggio di altri”.
Molinaro non ha dubbi: il nostro punto di forza è il marchio IGP “Clementine di Calabria” ogni omologazione in basso per compiacere qualcuno, magari la grande distribuzione organizzata (che tra l’altro ha avuto nel comparto un calo delle vendite di circa il 22%), con clementine “smarchiate” e quindi indistinte, rappresenta uno degli anelli deboli e lo “scandalo per eccellenza” che compromette qualità e competitività a vantaggio di altri. Altra linea che va raddrizzata deve assolutamente essere l’organizzazione commerciale. Ogni Organizzazione di Produttori (OP) o cooperatve hanno un proprio ufficio commerciale e nella commercializzazione – attesta – si presentano evidentemente in ordine sparso permettendo quindi agli acquirenti di dettare le regole del gioco e sostanzialmente di fare contratti capestro. Il PSR 2014-2020 è evidente che deve dedicare risorse e attenzione a questo comparto e comunque la madre delle battaglie – conclude – è l’origine del prodotto la difesa dell’italianità: questa è la chiave del successo.