La pubblicistica degli ultimi anni, le innumerevoli assemblee politico-sindacali con la partecipazione anche delle istituzioni, i tanti scioperi anche della fame e comunque le infinite proteste contro le promesse fatte e mai mantenute, evidentemente non hanno sortito alcun effetto. Non sono valsi, cioè, a richiamare l’attenzione dell’ANAS e dei vai esponenti di governo e parlamentari, anche nostrani, che si sono succeduti dagli anni ’50 ad oggi, dalla prima alla seconda repubblica (chissà quante repubbliche dovremo aspettare!), per mettere mano al miglioramento dello stato della SS106 o come oggi, enfaticamente, la si vuol chiamare E90. Sto dicendo di una importantissima arteria costiera che va da Reggio Calabria a Taranto e comunque meglio conosciuta, purtroppo, come “strada della morte” per gli infiniti incidenti mortali che mietono vittime tra l’indifferenza di coloro che avrebbero il dovere di porne il termine. Particolarmente i tratti, da Siderno – Locri a Satriano e Botricello – Cirò Marina fino a Rossano e Corigliano col pericoloso attraversamento di Torre Melissa, Torretta di Crucoli e gli altri abitati, che con le piogge diventano luoghi di gravissimi problemi per la sicurezza di automobilisti e pedoni. Durante le giornate abbondantemente piovose dell’autunno calabrese si segnalano diversi siti a forte rischio e per gli ennesimi e non proficui lavori in corso e per gli allagamenti che si verificano a causa di un difettoso deflusso delle acque. Insomma ci si trova dinnanzi ad una strada, direi un percorso interpoderale, come a valle di Papanice talvolta costretti ad attraversare come alternativa, che diventa un insidioso torrente di acqua, fango e detriti abbastanza alto da recare disagi anche a mezzi pesanti.
Si vada a vedere, solo per rimanere nel nostro territorio, ai tratti Botricello – Steccato di Cutro, Poggio Pudano – Passovecchio di Crotone, Strongoli Marina – Torre Melissa e il centro abitato di Torretta di Crucoli. Per non parlare poi di quando si attraversano questi tratti durante le ore notturne con segnaletiche orizzontali inesistenti, insufficienti o invisibili o con asfalti neri che sono di nocumento alla vista e alla proiezione delle luci. Beh, di sicuro non sono il primo o il solo, e neanche il Cirotano è il primo o il solo giornale chè già l’hanno fatto altri colleghi, a denunziare tali gravissime carenze strutturali ed infrastrutturali: nel passato, nei primi anni del secolo scorso altri hanno posto l’attenzione su questa vecchissima strada nata per poche auto e pochi camions. Una cosa è certa, meglio della SS 106 risulta ancora essere la statale borbonica che attraversa all’interno e sul Tirreno la Calabria. Per non parlare delle strade provinciali che attraversano tutto il territorio crotonese: buche, fossi, sagome deformate, smottamenti e l’Ente provinciale che fa, come risponde? Presto detto. Cittadini arrangiatevi, non ci sono risorse per intervenire a riasfaltare queste strade. Guarda un po’: non ci sono risorse! Boh! Cittadini arrangiatevi, guidate piano: limite di velocità 30 all’ora! È questo l’ordine emanato, nei giorni scorsi, dal Palazzo di via Mario Nicoletta. Bene! Anzi malissimo! Si stava bene quando si stava peggio!
Beh, finalmente parole concrete! La 106 è da rifare, sono da togliere tutti gli attraversamenti urbani, eliminare gran parte degli incroci con strade poderali e varchi aperti da chiunque, altro che autovelox e rotatorie: Proprio ieri: Aeroporto di S. Anna – Cirò Marina 65 minuti. Fate voi il calcolo della velocità media. Pensate se fossi stato un corriere espresso: che razza di lavoro. La 106 dovrebbe essere volano di sviluppo economico per le nostre zone ed invece è diventato un tratturo con l’aggravante che tanta gente ci ha lasciato la pelle.
Meditate gente, meditate.