Cara redazione,
il prof. Francesco Palmieri di Casabona è mio padre, un uomo che si è ovunque distinto e battuto per la difesa e il rispetto della legalità. Sindaco due volte, insegnante di generazioni di concittadini, si è sempre erto a paladino di verità, giustizia e correttezza… dimostrandolo anche questa volta. Leggo il vostro articolo e non vi trovo niente di quell’uomo, ma solo una serie di notizie assolutamente prive di fondamento. Per approfondire meglio la questione, volevo solo chiarire dei punti che nell’articolo non vengono toccati, e solo, ovviamente, per difendere la dignità del genitore in quei punti dove la stessa è stata lesa, mettendo in ridicolo una persona che ancora una volta si batteva per i propri diritti, in una Paese (l’Italia), in cui un semplice cittadino fa sempre più fatica a farli valere, mentre deve rispettare i doveri a scadenze precise, senza dilazioni. Gli operai della ditta incaricata di installare la fibra ottica nel comune di Casabona, stavano lavorando arbitrariamente su una proprietà privata, che seppure concessa bonariamente da mio padre, doveva essere trattata secondo regole precise, come quella, ad esempio, di effettuare i lavori “alla luce del sole”, quando la mia famiglia sarebbe rientrata in sede; ma questo non è successo. Se voi arrivaste nella vostra casa e vi trovaste degli intrusi, vi farebbe piacere? Se aveste invitato degli ospiti e questi fossero arrivati prima di voi senza aspettarvi, e fossero per esempio entrati dalle finestre, lo avreste trovato logico e rispettoso?
Questi sono esempi assurdi, ma esprimono un sentimento, quello dell’indignazione e della rabbia, che è insito in ogni essere umano quando sopraggiungono episodi come questi. Quando è stato chiesto a questi signori di sospendere i lavori, la loro risposta non solo è stata negativa, ma è stata anche volgare, sottintendendo una mancanza di rispetto e di tracotanza. I carabinieri sono stati chiamati proprio da mio padre, perché lo aiutassero a risolvere pacificamente la situazione, ma ahimè, non erano in sede, salvo poi presentarsi invece alla successiva chiamata dei signori dell’impresa avvenuta qualche minuto dopo. Vi sembra possibile che ci si possa sentire ostacolati dalle stesse persone a cui ci si rivolge chiedendo aiuto? Mio padre probabilmente avrà reagito in maniera inopportuna, ma non ha mai tentato di fuggire (e da che cosa poi?), né di mettere sotto le ruote i rappresentanti dell’Arma dei carabinieri che a loro volta, invece, hanno avuto la “forza morale e fisica” di strattonare un ottantenne (mio padre appunto), facendolo cadere per terra e mettendolo con le spalle a terra come un criminale, senza accertarsi nemmeno dei motivi reali per i quali erano stati chiamati ad intervenire. E così noi continuiamo ad interessarci della gente per bene che tenta di difendere la giustizia. Perchè, diciamoci la verità, le storie dei criminali, quelli veri… ormai non ci interessano più, perché non fanno notizia.
Fiorella Palmieri