“Il PD è un grande movimento di uomini e donne, è un partito che ha in questo momento l’onere di guidare il Paese ed anche la nostra Regione, si confronta giornalmente con emergenze e gravi problemi, che ai tanti che hanno le soluzioni già belle e pronte verrebbe da chiedere, dov’erano e se ci sono mai stati” queste le parole di alcuni dirigenti del PD Cirò Marina: Nicodemo Bastone, Francesco Capalbo, Francesco Dell’Aquila e Gianni Notaro. “Rivendichiamo questa storia e questa impostazione, sappiamo di non essere depositari di alcuna “verità rivelata”, ma abbiamo abbastanza onestà intellettuale per saperlo riconoscere, ciò che ci contraddistingue è la serenità di credere fermamente nel progetto che da tempo ed in molte sedi proponiamo a Cirò Marina. Un progetto che è insieme politico e generazionale. Le due cose devono camminare insieme, l’una senza l’altra in questa fase, sarebbe poco più che puro illusionismo. È da anni che declamiamo questo progetto politico con la parola “Rinnovamento”, non come mantra giovanilistico privo di alcuna proposta concreta, scimmiottando i grandi. Prima che nelle persone, decliniamo il rinnovamento nei metodi e nella sostanza della politica, fatta di competenza, trasparenza, impegno e progettualità.”
“Non resteremo chiusi nel recinto di chi vuole personalizzare e radicalizzare lo scontro/confronto, rifugiando dalle idee e dai progetti che vi sottendono. Le idee camminano sulle gambe degli uomini liberi e noi liberi siamo, liberi di credere e sostenere un progetto che ci auguriamo, lavoreremo ancor più per questo, coinvolga la maggioranza dei cittadini nelle amministrative della prossima primavera. Siamo liberi e leali – continuano i dirigenti – abbiamo sostenuto e sosteniamo Mimmo Facente, perché per primo (ma non da solo) ha garantito il suo appoggio e la sua esperienza per favorire tutto ciò, disinteressatamente. Ha chiesto e noi con lui, a chi ha dato tanto a questa città, di dare una mano. Mai per gioco e mai per partito preso, non è ripetiamo, un essere contro qualcuno, ma il passato ha dimostrato che farne una questione nominalistica e di appartenenza fideistica non ha funzionato. Il “Comune” non è e non deve essere affare di pochi, ma la casa di tutti, dove tutti possano trovare risposte, soluzioni, diritti e doveri. Bisogna saper valorizzare, tutto ciò che di buono è stato fatto, ma saper esser decisi, anche nel rivoltare vecchie incrostazioni, che troppo spesso hanno fatto apparire l’attività amministrativa, come gestione dell’ordinario e poco più. Cirò Marina merita di più e di meglio. Il discrimine quindi è sia chiaro, non è una disputa nominalistica all’interno del più grande e più organizzato partito nazionale e regionale. Il vero discrimine è tra chi guarda (e sa farlo) avanti per convinzione e non per convenienza e quanti (pochi) non hanno nulla da proporre, se non la trasposizione in tempi moderni di vecchi e consunti schemi di contrapposizioni personali, la storia insegna ahinoi, schemi ultra fallimentari. Il progetto che come dirigenti del PD cittadino continueremo a proporre incessantemente è chiaro, limpido non strumentalizzabile, lo declineremo in ogni modo, nelle piazze e nei circoli, più e meglio di quanto non abbiamo già fatto. Cosa ci sia, cosa si propone da altre parti francamente non lo abbiamo ancora capito”.
Leggo:Bisogna saper valorizzare, tutto ciò che di buono è stato fatto, ma saper esser decisi, anche nel rivoltare vecchie incrostazioni.
Bene,e’ quello che tutti i cittadini onesti auspicano,ma per un paese ridotto allo sbando ci vuole un atto dirompente che rompa definitivamente con le vecchie logiche clientelari e con le vecchie oligarchie.Se e’ solo un cambiamento di facciata e senza contenuti non cambierà’ nulla.
“…la trasposizione in tempi moderni di vecchi e consunti schemi di contrapposizioni personali, la storia insegna ahinoi, schemi ultra fallimentari”.
Perdonatemi, allora perché di sono prestati a far cadere una giunta comunale a soli sei mesi dalla scadenza naturale del mandato? E poi, in quanto alla soluzione dei problemi, giova ricordare che, come è consuetudine dei politici italiani, chi propone soluzioni è lo stesso che ha causato i problemi.