Si sono ritrovati, casualmente in una calda serata di agosto, al Santuario di Manipuglia, in occasione del Premio Manente 2015, tutti e tre, Nunzio, Pepè e Turuzzo, cresciuti quasi coetanei in una Crucoli di fine anni settanta ancora popolosa e rigogliosa di giovani alle prese (la gran parte) con gli studi presso gli istituti superiori di Crotone, quotidianamente insieme di prima mattina sui pullman (c’era persino la corsa bis) in partenza dall’incrocio tra via Repubblica e via Sant’Antonio.
Nunzio Esposito, Giuseppe Celsi e Salvatore Flotta, ragazzi di ieri, cinquantenni di oggi (o giù di lì), molti dei quali lontani per lavoro dalla loro terra natia, che grazie al web, dalla fine dell’estate scorsa hanno deciso di ridare vita, seppur virtualmente e seppure postando su facebook i loro ricordi, ad una favola chiamata Radio Crucoli.
Era la fine degli anni settanta e l’inizio di un decennio che si rivelerà prolifico di nuovi generi musicali, erano gli anni in cui le Radio Libere (nel vero senso della parola) spopolavano e popolavano l’etere delle FM (si pronunciava “effeemme”), o Frequenze Modulate, con la diffusione dei brani incisi sui dischi in vinile: il 45 giri e il 33 giri, a seconda della velocità del “piatto” (in gergo puramente tecnico), o meglio, del giradischi.
A Crucoli già dal 1976, l’anno che effettivamente segnò la nascita delle prime Radio libere (anche se già l’anno prima si avevano notizie di importanti stazioni nelle maggiori città italiane), le antenne degli apparecchi radiofonici nelle case ricevevano i potenti segnali di emittenti dai paesi del circondario, primo fra tutti Mandatoriccio, dove addirittura si davano battaglia a colpi di ascoltatori Radio Jonica e Radio Mandatoriccio Stereo.
E fu così che all’alba di un decennio un trio di amici, Giuseppe Celsi, Salvatore Flotta, e successivamente Serafino Tursi, realizzavano un loro grande sogno: nel gennaio del 1980 mettono le basi per quella che da lì a pochi mesi sarebbe diventata Radio Crucoli.
In una piccola casa in Rione Santa Maria, presa in fitto, fu impiantato il primo rudimentale trasmettitore fm, una antenna tripolare, collegati ad una semplice consolle composta da mixer, giradischi, lettore di musicassette, un microfono e naturalmente la cuffia per il disk jockey (poi semplicemente deejay, o DJ).
“Attrezzature comprate con i pochi risparmi a disposizione – ricorda Salvatore – e grazie alle nostre conoscenze con appassionati di Crotone, in particolare due dj, Fabio e Donato, della allora Radio 101.”
Proprio su una agenda che Salvatore custodisce amorevolmente ritroviamo gli appunti di quei mesi: preventivi, appuntamenti, lavori, giorni intensi per giovani che pian piano sono sempre più numerosi ed entusiasti di una passione che li coinvolge sempre di più, fino alla consacrazione di una sede più consona e ben meglio posizionata per la giovane emittente. Sul castello, tra le vecchie rovine che sovrastano il centro storico di Crucoli, l’Amministrazione Comunale, allora guidata da Franco Murano, concede l’utilizzo di un locale anticamente annesso alle vasche dell’acquedotto. E’ il punto più alto del paese ed in men che non si dica vengono allestite due stanze, la prima che fa da sala d’ingresso e la seconda che ospita gli studi veri e propri, con tutta l’attrezzatura per le trasmissioni e l’angolo della regia. Le pareti degli studi sono tappezzate, come si usava allora, dai classici cartoni delle uova per insonorizzare la stanza, alcuni scaffali contengono decine e decine di dischi, rigorosamente in ordine alfabetico.
E’ domenica 18 maggio del 1980, tutto il paese festeggia la Festa di Manipuglia, ed a sancire la nascita ufficiale di Radio Crucoli, arriva nell’etere la messa in onda di “Con il nastro rosa” di Lucio Battisti, prima canzone ad essere trasmessa dai nuovi studi sul castello.
Che diventano anche un luogo di ritrovo preferito dai giovani di allora appassionati dei successi musicali del momento ed anche della musica italiana anni Sessanta, non da meno per fugaci incontri, segreti o meno, di coppie di innamorati, molte delle quali convoleranno persino a nozze negli anni successivi).
Nascono così anche i programmi, diversificati e quasi personalizzati per ognuno dei disk jockey che quotidianamente si alternano al microfono fino a riempire almeno 15-18 ore di trasmissioni: c’è l’angolo (ben nutrito) delle richieste e delle dediche, c’è il folk, la musica nazional-popolare, ma anche la disco dance, l’electro-music, il punk rock o la new wave.
A dare voce, o comunque a collaborare attivamente negli anni, si alterneranno i vari (tra parentesi il “nome d’arte”) Serafino Aura, Giuseppe Barberio, Leonardo Braconaro, Giuseppe Celsi (Fabio), Carlo Antonio Cicala, Enzo Critelli, Antonio De Simone, Nunzio Esposito, Pietro Esposito, Mimmo Flotta, Salvatore Flotta, il compianto Franco Fortunato, Nicola Greco, Mimmo Lamanna, Cataldo Lumare, Nicola Misiti, Leonardo Palazzo (Renato), Serafino Paletta (Max), Antonio Renda, Franco Rizzo, Giovanni Rizzo, Giuseppe Rizzo, Serafino Salvato, Michele Scattarella (Mike), Gennaro Tursi, Serafino Tursi, Giorgio Vaccaro, Cataldo Vulcano e probabilmente altri che la memoria fa fatica a ricordare oggi.
Curiosità dell’epoca: con gli studi sul castello, uno dei problemi maggiori divenne quelli della linea telefonica, onerosa e difficile da realizzare per la allora Sip, ma grazie alla disponibilità di Leonardo Braconaro, venne provvisoriamente messo a disposizione il numero telefonico di casa sua (nel rione Portella), fino a quando, tempo dopo, la società telefonica riuscì a realizzare una apposita utenza nella sede dell’emittente.
La strumentazione era tutta, o quasi, autocostruita, come si usava fare a quei tempi, ma anche perché si trattava di apparecchiature non disponibili sul mercato. Un esempio è uno l’amplificatore lineare nella foto, che aveva una potenza RF di 25 W e serviva ad aumentare la potenza del segnale della radio, il cui trasmettitore aveva una potenza di appena 1 watt.
Il mixer, modificato e adattato artigianalmente alle diverse esigenze inizialmente non supportate (telefonate in diretta, registratore a bobina), serviva per miscelare e commutare i segnali audio dalle diverse sorgenti (giradischi, mangianastri, microfono, ecc).
Quanto ai dischi, la gran parte erano 45 giri, un po’ meno i 33 giri, acquistati per la Radio, altri provenivano da collezioni private, oltre ovviamente alle classiche musicassette.
La storia, intensa quanto importante per tutta la comunità crucolese (ma non esageriamo dicendo del circondario) non durò più di mezzo decennio, anche se ci è stato difficile individuare una data precisa di chiusura delle trasmissioni (più probabilmente fine 1984-inizio 1985), ma di certo lasciò un vuoto che ancora oggi sembra intricato di malinconia nei racconti dei protagonisti o di chi la seguì da radioascoltatore.
Quello che è certo è che grazie al web oggi la storia, o almeno la memoria storica di Radio Crucoli rinasce e quotidianamente si arricchisce, tramite foto, post, ricordi dei protagonisti, l’omonimo canale YouTube, con quella pagina facebook (www.facebook.com/radio.crucoli) che Pepè, Salvatore e Nunzio hanno creato dopo l’inaspettato incontro in una calda sera d’agosto al Santuario di Manipuglia.
E chissà se, grazie proprio agli strumenti che il web mette a disposizione non si potrà riascoltare qualche trasmissione in streaming, qualche voce di un trentennio fa che, pur nel suo piccolo, ha fatto vibrare il cuore e la vita di chi stava dall’altra parte di una piccola radio in effeemme….