Un curioso e gravissimo gesto si è consumato nei giorni scorsi a Cutro nell’aula consiliare del comune di Cutro. Ad essere rimosso in modo silenzioso e alquanto improprio è stato il quadro del rivoluzionario Rosario Migale. Lo stesso faceva parte di tutta una serie di quadri dei vari sindaci di Cutro dal 46 in poi, nonchè di personalità del territorio che rappresentano un pezzo di storia della città del Puttino. Rosario Migale, il contadino rivoluzionario, partigiano negli anni della seconda guerra mondiale. Conosciuto in tutto il crotonese per essere stato anche un popolare protagonista negli anni della riforma agraria e durante le lotte contadine. Amico di Angiolo Gracci, comandante della Brigata Sinigaglia e fondatore del partito comunista marxista-leninista con cui Migale ha condiviso il percorso politico sin dalla sua fondazione nel 1966. Da consigliere comunale prese posizioni a difesa di Pier Paolo Pasolini per la nota vicenda. La figura di Rosario Migale ha interessato lo studente Pino Fabiano per preparare la sua tesi di Laurea. Dalla tesi è nato un saggio “Contadini rivoluzionari del Sud. La figura di Rosario Migale nell’antagonismo politico” scritto dallo stesso Fabiano edito da città del Sole nel 2010.
“L’insolita rimozione o furto che sia è un fatto grave” denunciano in una nota Antonio Lorenzano Idv, Giovanni Sergio European Commission, Alessandro Labonia Editore, Pino Fabiano Scrittore, Ippolito Chiellino Consorzio Pecorino Crotonese, Raffaele D’Angelo, Comitato Promozione Cultura calabrese, calabresi di Parma, Demetrio Barozzi Movimento 5 Stelle, Antonio Migale Confartigianato Cutro. “Ancora più grave è il silenzio che aleggia intorno al triste episodio ma che crediamo non dovrà essere sottovalutato perché può creare un brutto precedente. Anche se siamo estremamente convinti che si tratti di un gesto di un vandalismo sciocco di una persona insignificante e superficiale, irrispettosa delle istituzioni e soprattutto della comunità intera e che pensa di poter cancellare pagine di storia che caratterizzano il popolo cutrese. A conferma di ciò è il rammarico e la desolazione personale del Sindaco Divuono che anche se non ha sporto denuncia e non si è espresso pubblicamente, probabilmente per aver considerato troppo vile il gesto, si è impegnato a recuperare il quadro per ricollocarlo nuovamente al suo posto”.