La Calabria ha una storia antica, ricca di misteri e di fascino così come misterioso e unico è il suo patrimonio archeologico capace di trasmettere emozioni intense. Il gruppo “Gli Amici del Max” ha dato il via, domenica 25 settembre, ad una serie di incontri volti a riscoprire questo ricco patrimonio archeologico. Al teatro Alikia è andata in scena la conferenza dal titolo “Un illustre cittadino di Petelia” Manio Megonio Leone, presentata dall’avvocato Lucrezia Cataldi, dove sono intervenuti archeologi di Crotone e provincia, professionisti ed amanti della storia e dell’arte. L’idea di queste iniziative nasce da un gruppo di amici formato dai fratelli Salvatore e Vincenzo Murano, dal maestro d’arte Elio Malena e dallo scenografo Alfonso Calabretta. Più che di evento bisogna parlare di una vera e propria lectio magistralis sui Monumenti onorari della famiglia dei Megoni nel foro di Petelia, tenuta dall’archeologo dott. Roberto Spadea noto anche per aver curato gli allestimenti del Museo Archeologico Nazionale di Crotone e dei Parchi di Capo Colonna e di Scolacium e che per lungo tempo è stato preposto alla tutela di questo territorio e dalla prof.ssa Maria Letizia Lazzarini, già docente di epigrafia greca all’università “La Sapienza” di Roma.
Il tema della conferenza è stato scelto dal Dott. Roberto Spadea, grande studioso di Petelia, la moderna Strongoli, che ha curato l’introduzione storico-archeologica della conferenza spiegando l’irrisolta questione del passaggio di Petelia, ritenuta una metropoli dei Lucani, con i Brettii. Ha poi rivolto il suo pensiero all’archeologa reggina, Silvana Luppino, che riuscì a dimostrare come la statua bronzea del municipium di Petelia appartenesse al magistrato locale Manio Megonio. Manio Megonio Leone vissuto durante il regno dell’imperatore Antonino Pio (138-161 d.C) rivestì importanti cariche pubbliche, acquisendo benemerenze da parte della municipalità locale per la sua generosità verso i concittadini. A Megonio, a sua moglie Lucilia Isaurica e a sua madre Caedicia Iride la città dedica un gruppo di statue onorarie. Le statue erano state dedicate dal collegio degli Augustali, dai magistrati locali e da tutto il popolo. La lettura dei documenti e delle prescrizioni testamentarie incise sulla base di due state erette a memoria di Megonio, per suo volere e a ricordo di se e della sua famiglia è stata curata dalla Prof.ssa Maria Letizia Lazzarini, che ha rilevato quanto Megonio ci tenesse che i posteri si ricordassero di se e della sua magnificenza. Nel suo intervento conclusivo il maestro d’arte Elio Malena, custode della memoria storica locale, ha sollevato come il senso della cultura e l’importanza dell’archeologia e della storia possano inserirsi nei contesti più moderni per lo sviluppo di un territorio ricco di risorse culturali come quello del Calabrese e prima di tutto del Crotonose. Alla conclusione è seguito un intervento dibattito con il pubblico presente in sala.