Questo appuntamento è organizzato da RiEvoluzione Calabria per riunire esempi delle forze positive della nostra terra e ribadire, in un contesto storico avverso, l’amore dei giovani per la politica.
Parlando di giovani e politica, l’appuntamento non poteva non aprirsi con un momento di dialogo sul mondo universitario, con la partecipazione di rappresentanti dell’Università della Calabria.
Dal Magnifico Rettore Crisci al Consigliere d’Amministrazione e Presidente del Consiglio degli Studenti Domenico Tulino fino al Senatore Accademico e Consigliere CORUC Nicola Caruso.
Un dialogo vivace e senza esclusione di colpi tra Studenti e Rettore, in cui si sono riproposte le divergenze tra le parti emerse negli ultimi mesi.
Lo stesso Tulino ha evidenziato la proposta oscena di istituire nuovamente il vitalizio per i consiglieri regionali, schiaffeggiando così moralmente il 70% circa degli Studenti Unical idonei a percepire la borsa di studio ma abbandonati per mancanza di fondi e dunque “non beneficiari”.
Forte anche l’intervento del Senatore Caruso che ha sottolineato ancora una volta il vuoto politico creato dalla Regione intorno al mondo accademico.
Già nei mesi scorsi, difatti, erano state denunciate diverse inadempienze dalla Cittadella: dai quasi tre milioni di euro europei per disabilità e diritto allo studio persi inspiegabilmente, fino alla promessa mantenuta a metà di un milione e duecento mila euro per far scorrere le graduatorie delle borse di studio.
Caruso ha sottolineato, a distanza di due settimane dall’assemblea Coruc snobbata dai rappresentanti dell’assise regionale, che l’Assessore Roccisano farebbe meglio a rispondere agli inviti al confronto provenienti dagli Studenti, anziché cestinarli o ignorarli, come fatto già con quello proveniente da Caruso all’indomani del Coruc.
Richiesta rimasta ancora senza alcuna risposta, che porta gli Studenti a credere che o questo Assessore e questa Giunta non si interessano delle Università calabresi o non sono in grado di dare delle risposte.
In ogni caso, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia: probabilmente sarebbe meglio rassegnare le dimissioni e lasciare spazio a chi ha davvero a cuore questa terra e il suo futuro formativo.