Cia, Confagricoltura, Uniceb e Assocarni varano l’organizzazione interprofessionale del comparto: “Rappresentiamo una quota preponderante di produzione e macellazione e siamo pronti ad accogliere altre adesioni”.
Il settore della carne bovina è strategico per il nostro Paese. Vale oltre un terzo dei 10 miliardi di fatturato complessivo del settore e garantisce lavoro a più di 80 mila addetti. Il comparto è in difficoltà per la forte contrazione della domanda: negli ultimi dieci anni ha registrato un crollo pro capite superiore al 30%, anche in presenza di persistenti campagne mediatiche che alimentano una moda anti-carne. E’ fondamentale, quindi, costituire una OI (Organizzazione Interprofessionale) che, sulla base della regolamentazione europea (Reg 1308/13) e della legislazione italiana (L.91/2015) possa: delineare una strategia nazionale condivisa; facilitare le relazioni economiche tra i diversi attori della filiera; favorire la creazione di valore e la sua equa distribuzione lungo la filiera; svolgere varie azioni per la trasparenza del mercato, la sua qualificazione, la promozione al consumo interno ed esterno, la committenza organizzata con il mondo della ricerca.
Per rispondere a queste esigenze Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Uniceb e Assocarni, sulla base di un’analisi approfondita del settore e di una visione strategica condivisa, hanno deciso di costituire l’Organizzazione Interprofessionale (OI) della carne bovina italiana, invitando da subito tutte le altre organizzazioni di rappresentanza della filiera ad aderire a questo progetto. Un raggruppamento che già rappresenta una quota preponderante della produzione e della macellazione ed è pronto ad accogliere altri soggetti.
Per annunciare questa nuova realtà, le organizzazioni proponenti hanno promosso un incontro di presentazione a cui hanno partecipato Dino Scanavino (presidente Cia), Carlo Siciliani (presidente Uniceb) e Elide Stancari (presidente FNP allevamenti bovini Confagricoltura). Nasce così – hanno detto nei loro interventi – uno strumento che deve avere carattere nazionale ed essere fortemente rappresentativo delle attività economiche della produzione, della trasformazione e della distribuzione, come avviene nei Paesi dove queste strutture sono più consolidate, ad esempio in Francia e in Spagna.
La nostra “OI” con queste caratteristiche – per i rappresentanti di Cia, Confagricoltura e Uniceb – rappresenta un deciso salto di qualità rispetto alle esperienze abbozzate nel passato, con una visione strategica e una cultura economica nuova, adeguata alle sfide del mercato attuale e alle mutevoli esigenze dei consumatori. Questa formazione – hanno concluso – può concretamente favorire il raggiungimento di molti obiettivi: valorizzare e aumentare il potenziale produttivo italiano, salvaguardando e accrescendo il reddito degli operatori; promuovere un consumo sano, responsabile e informato; realizzare strategie di qualità, anche relative al benessere degli animali ed alla sostenibilità dei processi produttivi; favorire la regolazione delle relazioni contrattuali di filiera e puntare sull’innovazione tecnologica, organizzativa e di mercato.
“La Calabria – per il Presidente regionale Nicodemo Podella – assieme alle Regioni del Sud sarà protagonista in prima linea. Siamo già al lavoro perché si possa mettere a disposizione dell’accordo tutto il potenziale del sistema allevatoriale calabrese in termini di allevatori di qualità e di strutture sufficienti a raccogliere l’opportunità generata”.
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I numeri della carne bovina in Italia
• In Italia il consumo pro capite di carne (totale) è di 79 chili circa, uno dei più bassi di Europa (Spagna 99,5 Danimarca 109,8 Francia 85 Germania 86).
• Il consumo pro-capite di carne bovina è pari a circa 17,5 chili. In 10 anni da 2005 al 2015 è passato da 25 chili a 17,4 chili (meno 30,4 %). Dai primi dati del 2016 si stima un ulteriore calo del 5%.
• Sul consumo medio di carne fresca in Italia, la carne bovina rappresenta il 33% in peso ed il 44% in valore.
• La consistenza totale di capi bovini in Italia (compreso le vacche da latte) è scesa tra il 2005 ed il 2015 da 6,2 a 5,8 milioni di capi (meno 6%).
• Le macellazioni di carne bovina in Italia sono scese tra il 2005 ed il 2015 da 1,1 milioni di tonnellate (peso morto) a 772 mila tonnellate (meno 30%).
• In numero di capi, le macellazioni bovine erano 3,2 milioni nel 2007 e 2,6 milioni nel 20016 (diminuzione del 19%).
Dati 2005 2015 Variazione
Macellazioni (migliaia di tonnellate) 1.101,90 771,80 -30%
Consumo pro capite (chili) 25 17,4 -30,4%