Dalla sabbia alla cenere fino ai materiali leganti più disparati, dalle tele ai supporti in legno, fino ai piccoli oggetti, scarti della quotidianità. L’arte – questo il suo motto – esprime ciò che non si può fare con le parole: un linguaggio di emozioni. La sua passione per l’arte, appresa da autodidatta, nasce da bambina. Dallo “specchio di venere”, alla “seta”, dal “sacrificio” al “roseto in campagna”, dalle “profondità marine” alla “ossidiana, il fuoco e la terra”, dalla “natività azteca” alla “maternità”, dalla “maschera” alla “foresta incantata”, dalla “interiorità all’“estasi”, dai “colori nel fondale”, fino all’”abbandono”. L’elemento più frequente nelle opere di Anfitrite è il mare. La mia – così si presenta – è una pittura prevalentemente materico-espressionista, che ritrae ciò che proviene dall’intimo. Una tecnica di assemblaggio di vari materiali che mi avvicinano naturalmente alla scultura. Nelle mie opere utilizzo vari materiali, cartapesta, stucco, sabbie, cenere, stoffe e anche materiali di riciclo, l’unico modo per immortalare la mia vita è trasferire tutto sulla tela. La mia arte: un continuo divenire. L’artista è stata accolta dal sindaco Francesco Paletta e dall’assessore al turismo Cataldo Scarola.