Tagli indiscriminati ai treni a lunga percorrenza impediscono al passeggero, che voglia muoversi da Crotone per arrivare a Roma o a Milano, di prendere, come si faceva fino a qualche anno fa, un treno dalla Stazione centrale fino alla destinazione.
Chiunque può provare a fare una rapida ricerca sul motore di ricerca di Trenitalia e si accorgerà che non è possibile muoversi con i treni da Crotone, per arrivare a Roma, Napoli, Milano, ad esempio.
E non è possibile neppure prendere un treno fino a Lamezia, dove i mezzi ci sono, eccome.
Perché? Non ci sono collegamenti ferroviari agevoli da Crotone verso Lamezia.
Niente più treni sulla linea Ionica, dunque. O quasi.
Aeroporto di Crotone? Naturalmente, chiuso!
E le strade? Niente autostrade conducono alla Capitale da Crotone!
Il viaggio diventa improbabile, allora.
L’unica strada che porta verso il Nord e verso il Sud (oltre l’unica superstrada 107 che porta a Cosenza), rimane la strada statale 106, un’antidiluviana straduncola a due corsie che introduce lo sperduto passeggero in un tempo fatto di rotonde, semafori, paesini che sembrano usciti da un libro di storia, con la strada che li attraversa nel centro. Paesi, di cui alcuni cresciuti intorno alla 106, (Mirto Crosia, Calopezzati, Pietrapaola, Mandatoriccio, Cariati, Torretta di Crucoli, Torre Melissa, Strongoli marina, Cirò marina, eccetera) che non sono ancora riusciti a sganciare del tutto la propria economia dal passaggio di sparuti automobilisti che vagano nel deserto… Un percorso a ostacoli, segnalato da limiti di velocità incredibili, fino a 30/50 km/h, con miriadi di improbabili stradine interpoderali da cui, improvvisamente, può sbucare un’auto, un furgone, di tutto.
Uno scenario allucinante dal quale non possono mancare rischiose donnine allegre che stazionano ai lati della stessa strada, d’inverno magari anche col falò, in quel di Rossano.
E addirittura pedoni che costeggiano la strada dal Centro di accoglienza più grande del mondo di Isola, al buio, per arrivare nella città-miraggio: “Crotone”, dove rimarranno per un po’ magari a dormire, naturalmente sotto i ponti o in Stazione, che tanto di treni non c’è neppure l’ombra.
Uno sfacelo!
Il Comitato “Crotone Nuova Strada statale 106, Adesso” si prefigge perciò di migliorare lo stato attuale di questa insufficiente infrastruttura.
La Strada statale 106 è l’unica arteria “a grande scorrimento” che unisce Crotone al resto della nazione, sulla parte ionica calabrese, collega Reggio Calabria a Taranto, ed è lunga 491 km. La maggior parte si estende sul territorio calabro. I tratti (brevi) di Puglia e Basilicata sono stati completamente ammodernati. In Calabria la superstrada si estende per pochi chilometri nel tratto dell’Alto Jonio, fino a Roseto, e nell’estremo sud della regione, per alcuni parti. La 106 cosentina è lunga 120 km, fino a Roseto Capo Spulico è stata ammodernata. Il progetto Roseto-Sibari (3° Megalotto) è pronto e finanziato e si costruirà a breve, almeno si spera. Ma, della statale 106 che da Sibari porta verso sud e verso Crotone, nessuno parla.
Il crotonese viene così messo fuori, isolato, emarginato.
Noi riteniamo che non possa più andare avanti così.
Questo gruppo, composto da cittadini di questa provincia, ha deciso di dire basta a questo degrado e di proporre soluzioni al Governo e all’Anas.
All’attivo, tanti viaggi disastrosi, amici e parenti feriti o deceduti su quest’arteria chiamata anche “strada della morte”!
Famiglie disgregate, figli che non tornano più perché non c’è a disposizione il tempo – tanto – occorrente per fare questo “viaggio della speranza”; persone che si arrendono, altre che piangono i loro cari, scomparsi in qualche fatidico tragico incidente sulla 106, per arrivare da Crotone magari a Roma o a Taranto.
La situazione è questa.
Nel tratto pugliese la 106 è stata realizzata come da progetto a 4 corsie, fino a Sibari un nuovo tratto è stato finanziato, poi, fino a Crotone… il nulla!
Solo 18 chilometri circa, sono quelli realizzati!
Ma, come dicono, Crotone è in Italia! Noi vogliamo viaggiare sulla 106 che vogliamo vedere finita, perché i nostri genitori non l’hanno vista neppure iniziata e, se questo non succederà adesso, allora questa strada non la vedranno neppure i nostri figli che, qui, non torneranno più.
Siamo solo all’inizio. Il nostro obiettivo è rendere possibile spostarsi da Crotone.
Realizzare e migliorare la statale 106, a 4 corsie, finalmente attraversarla libera da a rotonde, senza semafori, senza limiti di velocità a 30 e a 50 all’ora, senza pericoli, senza stradine interpoderali che conducono chissà dove…
Noi vogliamo una strada che arrivi in un luogo, almeno fino a Taranto, che porti ricchezza e turisti. Che porti gente e benessere.
Vogliamo una strada che non mieta vittime, una strada che non attraversi a decine, paesini costieri, che vivrebbero nuova vita, se fossero raggiungibili in sicurezza, con svincoli decenti e una bella strada a 4 corsie che li faccia conoscere ai viaggiatori del 2000.
Siamo nel 2000, ma qui stentiamo a credere di non essere rimasti ancora nel buio del medioevo.
Vogliamo strade illuminate, per rischiare di meno, per arrivare prima.
Vogliamo che venga realizzato il tratto di strada statale 106, a quattro corsie, da decenni avviato, nella progettazione, e mai davvero iniziato, che porti finalmente da Crotone a Sibari, sul lato Ionico della Calabria. Dove giacciono vestigia greche e romane, misconosciute, panorami dalla bellezza indescrivibile, quanto irraggiungibile.
Altrimenti questa parte della Calabria è destinata allo spopolamento e all’oblio.
Il Comitato ha creato da poco una pagina su Fb, per rendere riconoscibili le proprie idee “ Crotone strada statale 106 – adesso “, ironica e scherzosa, ma anche con contenuti seri e molto importanti. Ma le iniziative saranno tante. Tante quanto i chilometri che vogliamo realizzare.
Ci è stato chiesto di presentarci in poche righe. Non è facile.
Comunque, la sostanza è questa: vogliamo che qualcuno si accorga della lenta morte a cui è destinata Crotone se non viene realizzata una superstrada fino a Sibari.
I promotori del Comitato:
Marina Vincelli (Giornalista e architetto); Nino Crugliano (Architetto); Antonio Bevilacqua (Ingegnere); Paolo Apa (avvocato); Luigi Bitonti (presidente Paideia), Andrea Correggia (Consigliere comunale); Giovanni Capocasale (medico Pediatra).