La Politica, quella Alta, sana, non mistificante, ha bisogno di leader autorevoli. La politica cui assistiamo, per contro, ha bisogno di idoli. La differenza tra le due non potrebbe essere più esponenziale: capita che alcuni leader politici vengano idolatrati e che gli idoli reclamino l’autorità portando a giustificazione la devozione di cui sono oggetto.
La politica, lo sappiamo, è molte cose, e quando riesce a dare il meglio di sé, beffardamente negli ultimi tempi sempre più, cade nella schizofrenia più allarmante, cercando di perorare, anche in modo goffamente stridente con la propria appartenenza di bandiera, cause da anni tormento di Regioni quale, per esempio, la Sanità in Calabria, dopo che i mistificatori della politica del territorio, hanno accolto, in pompa magna, colui che ha inviato il Commissario a sedare la stessa sanità Calabrese. Paradosso, ma tanto è! La politica cade altresì, senza freno, nel clientelismo più squallido, incapace di sapersi determinare con autorevolezza. Ma delle molte cose, non ne sarebbe nessuna se non fosse, la politica, innanzi tutto, l’arte del tramutare i problemi individuali, in tematiche pubbliche, e gli interessi comuni in diritti e doveri individuali.
I leader sono esperti in tali conversioni, indicano ciò che gli individui potrebbero o dovrebbero fare per rendere efficace l’azione collettiva; delineano e promuovono visioni di una società buona o migliore, di giustizia sociale, di equità, di un modo di vivere al contempo dignitoso e umano. E poi suggeriscono cosa si dovrebbe fare per ottenere uno o tutti questi miglioramenti. Conducono, senza riserve, al bene comune. La politica attuale, per contro, legata all’idolatria, è tutta racchiusa in una cornice di individualità, mediocrità, superficialità, è incentrata su di sé e fa riferimento a se stessa, autocelebrandosi in talk show.
Gli idoli entrano in scena quando, con il restringersi della domanda di modelli di buona società – senza molte speranze di attirare potenziali clienti – cresce la ricerca di nuovi modelli di una buona vita. Attraverso il puro e semplice potere dei numeri, la moltitudine ansimante, cercando eccitata appartenenza, attribuisce carisma agli idoli, e il carisma degli idoli trasforma gli astanti in proseliti. L’odierna celebrità effimera e fugace in cui è caduta la politica, spogliata del suo proprio fine, ben si accorda a una vita vissuta come una sequenza di nuovi atti votivi. Il partecipare al culto della celebrità non è come unirsi a una causa comune: non obbliga a prendere impegni a lungo termine e dunque non ipoteca il futuro. Piuttosto è volto a osannare l’individuo del momento, con il potere gestionale di turno, dimenticando però che, come tutti gli articoli di grido, gli idoli vengono proiettati alla ribalta solo per, poco tempo dopo, precipitare nell’oblio. Hanno il loro tempo di gloria, condensano emozioni. Lasciano però scia di incompetenza, di superficialità politica, di sconcerto sociale.
Giunge opportuno l’invito di G. Mazzini: E allora guardammo d’intorno a noi; allora ci lanciammo nell’avvenire. L’anima sconfortata dalle lunghe delusioni si ritemprò nella coscienza d’una eterna missione, si infiammò nel sentimento d’un furore di patria, d’un voto di libertà ch’è la vita per noi. Gli errori de’ padri erano voluti da tempi: ma noi perché dovevamo insistere sugli errori de’ padri? Gli anni maturano nuovi destini: e noi, contemplando il moto del secolo, intravedemmo una giovine generazione, fervida di speranze – e la speranza è frutto in germoglio – commossa a nuove cose dall’alto spirituale dell’epoca – agitata da un bisogno prepotente di forti scosse e di sensazioni.
In questo intendere, cosa, dunque, bisogna anelare? Auspicherei un riformismo politico capace di strutturarsi con leader non con idoli, che nutra in sé compiutezza, discontinuità, che valorizzi gli appassionati ricercatori di buona politica, nutra sogni di un futuro di concretezza, lontano da culti belanti, osannanti il nulla, proprio del pericoloso marketing politico offuscante, affinché si possa osare di sperare innovata cultura politica.