La segreteria provinciale di Sinistra Italiana ritiene fondamentale proseguire la battaglia per il riconoscimento dei diritti derivanti dalla L. 194/1978.
Una battaglia di civiltà che non può e non deve essere ostaggio di retrograde, oscurantiste ed egoistiche visioni ideologiche.
Una battaglia che condurremo, al fianco del coordinamento #nonunadimeno e di tutte le forze sane e civili del nostro territorio, che non si esaurisce nella prospettiva di adeguamento e realizzazione degli standard legati al servizio dell’interruzione volontaria di gravidanza che ha fornito il D.G. della ASP – dott. Sergio Arena, nell’incontro tenutosi presso gli uffici della direzione generale il 2 novembre scorso, a cui la segretaria provinciale, Lucrezia Bruno, ha partecipato.
Alla possibilità di accesso alla via chirurgica per l’esercizio del diritto all’interruzione di gravidanza dovrà far seguito nel territorio crotonese, parallelamente, la possibilità di somministrare la Ru486 o pillola abortiva.
Arrivata in Italia nel 2009 è il farmaco utilizzato per l’aborto chimico, entro i primi 49 gg, ovvero entro la settima settimana di gestazione. Un’opzione non chirurgica per l’ivg nel rispetto della legge 194.
In Italia solo il 15% delle interruzioni volontarie di gravidanza avvengono con la Ru486 contro il 95% della Finlandia ed il 57% della Francia.
Il nostro modello di riferimento è la sperimentazione attualmente in uso nella regione Lazio, dove la Ru486 viene consegnata nei consultori attrezzati e la sicurezza è garantita dalla stretta collaborazione tra consultorio e ospedale nel rispetto dell’art 8 della L.194/1978, che impone che l’aborto sia praticato unicamente negli ospedali e nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati.
Tutto ciò mira a rendere l’accesso alla 194 meno gravoso possibile alle donne. Considerando che il consultorio è il luogo dedicato alla salute femminile a partire dalla contraccezione. In molti Paesi europei questo percorso già avviene da tempo. Riteniamo che l’obbligo del ricovero nelle procedure di interruzione volontaria di gravidanza, in molti casi, sia più un fatto ideologico che sanitario, come se si volesse rendere ancora più gravosa tale scelta alle donne, forse una punizione?
Crediamo nel sacrosanto diritto di scelta delle donne e nel rispetto dei diritti, per questo non arretreremo dinanzi alle levate di scudi egoiste ed ideologiche di una certa parte integralista del mondo cattolico e porteremo fino in fondo la battaglia di civiltà che è partita nella nostra città.