Dal Ministero dei Beni Culturali sono stati stanziati due milioni di euro per il finanziamento del progetto di restauro e valorizzazione del Castello di Cirò. È questo il contenuto del decreto firmato oggi, 12 gennaio 2018, dal Ministro dei beni, delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. A comunicarlo la vice Sindaco Giovanna Stasi, a nome dell’Amministrazione comunale. Un sentito ringraziamento – prosegue Stasi – lo rivolgiamo al Ministro Franceschini e all’On. Nicodemo Oliverio per il proficuo interessamento.
Ma anche in casa PD esultano, si legge in una nota che – Con fiducia accogliamo questa bella notizia che rafforza il nostro tendere alla valorizzazione di Cirò nel suo antico maniero. Con il supporto e la collaborazione di tutti, procediamo nel proseguo di innovazione e sviluppo del nostro amato territorio. La notizia appena appresa ci rende orgogliosi di appartenere al Partito Democratico. – E’ quanto annuncia il Circolo PD Cirò. – Finalmente la nostra Comunità può vivere il sogno tanto atteso e sempre sperato, cioè quello di vedere iniziare seriamente la ristrutturazione del Castello di Cirò. Questo è un risultato straordinario – prosegue la nota del PD- fortemente voluto ma ottenuto grazie all’impegno del nostro On. Nicodemo Oliverio. La nostra comunità da decenni aspetta di vedere il proprio mezzo di risorsa e sviluppo principale decollare mettendo in moto la macchina turistica che il Castello può dare. Anni ed anni di annunci senza mai una concreta risoluzione. Oggi invece, grazie all’On. Oliverio, al Ministro Franceschini ed al Governo Nazionale guidato dal Partito Democratico, tutto ciò è diventato realtà.
Tutto il Partito Democratico è orgoglioso di ogni intervento volto a far crescere il Paese e la nostra comunità, organizzeremo nei prossimi giorni un incontro pubblico per informare la Popolazione di quanto ottenuto, iniziando un dialogo attivo e costante con tutti coloro che, al di la di appartenenze e colore politico, vorranno insieme a noi occuparsi del Bene comune piuttosto che di quello personale di pochi. E’ una notizia straordinaria che accenderà i riflettori sul turismo e sull’economia del paese.
L’antico Castello Carafa tra storia e leggenda, risale alla fine del xv sec., situato nel centro cittadino, domina Cirò con la sua massiccia e compatta struttura a forma di trapezio. Dalla sua posizione elevata a 360 metri gode di un panorama suggestivo che spazia sui tetti delle case paesane fino al mare attraverso i suoi maestosi merli e le maschere apotropaiche. Tanti sono stati gli studi effettuati sull’antico maniero, ma pochi l’hanno girato in lungo e largo alla ricerca delle sue leggendarie 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno, del suo giullare che di notte svolazza da una finestra all’altra, della stanza azzurra, dei sotterranei, delle scritte dei Normanni, dei forni dei bizantini. Da studi recenti effettuati, pare che Il maniero fu edificato, almeno il piano terra nel 1496 dal Conte Andrea Carafa, ma fu il nipote Galeotto a far costruire tutto intorno il muro di cinta che lo avrebbe protetto dalle incursioni Saracene. Si racconta che al suo interno, ci siano ben 365 stanze, di cui una racchiuderebbe un gran tesoro, non ancora trovato. Fu visitato anche da re Carlo III di Borbone.
Nell’atrio del Castello si trova una grande stella esternamente a otto punte, ed una interna a nove punte, potrebbe trattarsi di una meridiana, con intorno tutti i segni dell’oroscopo, oppure una rosa dei venti. Col tempo poi il maniero, caduto il feudalesimo il 2 Agosto 1806, venne abbandonato e, messo all’asta nel 1842, fu comprato dalla famiglia Giglio, i quali hanno costruito il secondo piano, come testimoniano alcuni dati sui muri esterni. Inoltre un giorno all’anno esattamente il 30 Agosto , attraverso il campanile ,un raggio di luce filiforme rosso percorre il tratto passante per il centro della stella, è un vero spettacolo suggestivo. Presenta una Torre nord fu costruita probabilmente ai primi dell’anno mille, nel periodo Normanno, collegava con la stanza a sud est, dove ancora oggi si possono ammirare unici esemplari di scrittura “Rune” proprio dei Normanni, ad avvalorare tale tesi. Una torre esposta ad est una a sud ovest e una a ovest del periodo aragonese.