La poliedricità di Mazzocchetti, la sua flessibilità vocale ed il suo protendere al tono della voce forte e tenorile hanno riempito di suoni e musicalità la sala.
Certo un altro pezzo di spazio culturale offerto dal Festival dell’Aurora, organizzato da Fondazione Odyssea e Fabbrica delle Arti, che rimane fortemente ancorato alla peculiarità della musica come espressione viva del nostro Paese.
Non la canzone come solo pronunciamento e sintesi di musicalità e suoni ma come forte tradizione culturale che viene apprezzata anche all’estero.
Ed allora il tema dell’incontro con le altre realtà del mondo si colloca bene dentro gli autori che hanno lasciato una traccia indelebile nella cultura musicale italiana e non solo.
E qui Mazzocchetti ha dato il meglio di se’.
Per interpretazione, per professionalità ma anche per la sua forte qualità di esecutore di brani dove la vocalità diventa punto di espressione artistica superiore.
Da Sinatra a Dean Martin, da Modugno a Dalla, da Totò a Ranieri.
Per chiudere con la forza della voce di un brano molto cato a Pavarotti.
Davvero una bella serata di teatro che il pubblico presente ha saputo apprezzare ritrovando motivi spesso pronunciati nei momenti più genuini del quotidiano vivere.
E Mazzocchetti ha saputo cogliere anche questa puntualità.