La presentazione della prima fase di indagine archeologica subacquea, che ha avuto per oggetto l’illustrazione dell’individuazione di un relitto di probabile datazione post-medievale, rinvenuto in località Madonna di Mare, è stata al centro della conferenza stampa indetta ieri, mercoledi 17 luglio 2018, dal Commissario Prefettizio, Giuseppe Gualtieri per il Comune di Cirò Marina, affiancato dallo stesso capitano dei Carabinieri, Epifani, dell’Archeologo Francesco Laratta per la Soprintendenza dei Beni Archeologici, con l’ausilio del Nucleo Sommozzatori Carabinieri di Messina. Il lavoro di sorbonatura effettuata anche con la collaborazione del sub, Vittorio Papaianni, ha portato in evidenza chiari segni della presenza del relitto.
Un progetto che nelle intenzioni sia dell’Amministrazione Comunale, per voce del Commissario Gualtieri, che della sovraintendenza dei beni archeologici, ma anche degli amatori e appassionati, è volto a cercare, attraverso i ritrovamenti e i reperti già affiorati, creare un museo subacqueo o quantomeno un percorso archeologico subacqueo, che possa divenire anche attrazione turistica e ulteriore promozione turistica, non solo delle nostre spiagge prospicienti la città ma di tutto il litorale che và da Strongoli a Crucoli, passando per Melissa e appunto, Cirò Marina. Sono diversi infatti, come ha dichiarato Laratta, le navi, soprattutto da trasporto risalenti ad epoche medievali, a parte la famosa nave Lince, che si sono inabissate vicino le nostre coste.
Le ricerche comunque, possono essere effettuate entro i 12 metri di profondità, perché oltre sono diverse le normative che ne impediscono le ricerche, a parte, come ha sottolineato Laratta, i costi. Creare quindi, come ha detto il Commissario Gualtieri, questi ritrovamenti, servirebbe a permettere alla nostra città e non solo, di aderire al progetto regionale che mira a creare una mappa dell’archeologia marina, favorendo così un potenziale sviluppo dell’indotto turistico che si andrebbe ad unire alle tante nostre ricchezze archeologiche emerse e presenti in terra ferma. Si rafforzerebbe così un processo virtuoso della cultura del mare che và perseguito e rafforzato anche per dare continuità ai meriti di un territorio, troppo spesso solo denigrato che è pur sempre una delle città insignite della bandiera blù. Sono infatti 18 le bandiere blu e sei quella verde assegnata dai medici pediatri, che la città ottiene e dare continuità a questi sforzi, da parte di tutti sarebbe “cosa buona e giusta”.
Questi ultimi scavi, ripresi in questi ultimi giorni, erano infatti iniziati già negli anni 80 e 90, con tanto materiale repertato e fotografato, come le navi da carico Cesena e Tevere, ma delle quali oggi sembrano essere sparite le tracce documentali, che si vorrebbe riportare alla luce, ma, come dicevamo, bisogna fare i conti con le poche risorse economiche, a parte l’affiancamento della sempre disponibilità del comando Carabinieri con la sua squadra di sub, la sovraintendenza e qualche amatore, fra i quali senz’altro, Vittorio Papaianni, appassionato.
Creare quindi un itinerario turistico subacqueo come promozione culturale e turistico per fare scoprire ancor di più, una città ricca di storia, sotto e sopra la terra. Intanto, anche se non è stata affissa alcuna tabella, si è venuti a conoscenza che nell’area dove sono stati rinvenuti gli ultimi segnali di ritrovamenti navali, la zona è stata interdetta a tutte le attività a mare. Parliamo, della zona prospiciente Madonna di Mare, dove appunto nei giorni scorsi sono stati perimetrate alcune zone subacque. Un mare, quindi, come recitava qualche manifesto, da amare e vivere.
Questa prima fase di ricerca, che così si conclude, come ci dichiara Laratta, termina per riprendere, si spera, nel mese di settembre, finanze permettendo. Magari cercando e trovando qualche “De Medici” che voglia finanziare il progetto.