Il quadro che si presenta a livello nazionale è estremamente preoccupante da un punto di vista umanitario.
Le tutele disposte non viaggiano più sullo stesso binario dato che nei confronti di un migrante richiedente protezione per asilo-politico la durata della permanenza è di 5 anni, i migranti richiedenti protezione umanitaria, invece, perdono ogni diritto di permanenza negli stessi dopo 2 anni a seguito della chiusura degli SPAR, privati di qualsiasi assistenza e abbandonati completamente alla loro autosufficienza si ritrovano così nelle nostre strade.
Poche le eccezioni come i casi di vittime di violenze domestiche, grave sfruttamento lavorativo, cure mediche per chi è gravemente compromesso, per chi proviene da paesi colpiti da calamità eccezionali e chi si distingue per atti di particolare valore civile.
Da non sottovalutare è la situazione sanitaria, la quale costituisce una imminente emergenza.
Il DASPO URBANO è una misura non ben accetta dall’Ordine dei Medici e dei Chirurghi, evidenziando come venga leso il diritto alla salute, l’assistenza sanitaria è garantita ad individui in grave pericolo di vita o privati delle delle cure ospedaliere nei paesi di origine.
Ciò che ci riguarda più da vicino è il CARA di Crotone, 50 persone hanno perso il diritto all’accoglienza, un numero ancora maggiore è previsto entro la fine dell’anno.
Si tratta anche di donne e bambini, in alcuni casi in critiche condizioni di salute e quindi privati delle giuste cure all’interno del centro.
Il problema si pone anche a livello di autosussistenza all’esterno per la mancanza di adeguate strutture, come bagni pubblici e mense attrezzate, in grado di far fronte all’emergenza umanitaria.
Nello stesso tempo è doveroso ringraziare le organizzazioni che si prodigano al meglio per garantire un minimo di assistenza nella nostra città.
A mio avviso è necessaria una urgente mobilitazione umanitaria in grado di far fronte al problema, il quale non consente un controllo stabile nel tempo, l’aggravarsi dei disagi sanitari comprometterà inevitabilmente, oltre che i migranti, anche noi cittadini.