Tre sono i motivi per cui il Sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, non è rimasto in silenzio, ma si è lasciato irretire dalle lusinghe sconsiderate del nuovo capogruppo del PD al Comune di Crotone, Michele Ambrosio e da quelle interessate delle associazioni del Terzo Settore pro-migranti, così, decidendo di porsi in modo critico sul “dl sicurezza”.
1) Il primo motivo che ha convinto il Sindaco a intervenire, facendo un endorsement alle posizioni del capogruppo Pd al Comune e, così, unendosi al coro stonato dei “sinistri” sindaci disobbedienti, è stato quello di spostare l’attenzione dei cittadini da temi vitali come quello dell’andamento finanziario dell’Ente, che vede l’amministrazione comunale assediata dai contenziosi, dalla Corte dei Conti e dai cittadini delusi da questa amministrazione;
2) Il secondo motivo è stato quello di voler puntellare l’intesa con il Pd, che consente all’amministrazione Pugliese di andare avanti e di non gettare la spugna;
3) Il terzo motivo, che non ha consentito al sindaco di rimanere in silenzio, è stato quello di non poter dire di no a un amico carissimo, che è un “professionista dell’accoglienza dei migranti”, è responsabile di un’associazione del Terzo settore e non solo e che tra l’altro è stato, anche, mandatario elettorale del nostro sindaco alle ultime elezioni comunali.
È da capire perché le associazioni del Terzo settore pro-migranti stanno alzano la propria voce, offendendo volgarmente chi si oppone loro, perché piangono la fine di un business. La prova, infatti, che senza soldi non si cantano messe sta in un evento clamoroso che è di pochi giorni fa: infatti, pensate un po’, non avendo più la possibilità di realizzare lauti guadagni, nessuna associazione o cooperativa ha deciso di presentare una propria offerta per la gestione delle attività rientranti nella rete Sprar per il triennio 2018-2020 a Roccabernarda e ciò per un solo motivo: perché il decreto sicurezza ha portato da 35€ a 20€ giornalieri le somme dirette all’accoglienza di ogni migrante. Troppo scarso, dunque, il guadagno, a parere delle associazioni del Terzo Settore, per potersi occupare dell’accoglienza dei loro “cari migranti”.
Quante bugie sul Dl sicurezza pur di non fare finire il business dell’accoglienza.
Brevemente è bene fare chiarezza.
Cosa cambia con il dl sicurezza? Che oggi la seconda accoglienza (quella con corsi di lingua, formazione, eccetera) sarà riservata solo ai ‘veri’ profughi e non anche (come successo fino ad ora) ai semplici richiedenti asilo. Per questi ultimi lo Stato spendeva grosse risorse per poi scoprirli inidonei ad ottenere una forma di protezione internazionale. Un onere per l’erario criticato pure dalla Corte dei Conti.
Altra obiezione che è fatta dalle associazioni del Terzo Settore e da alcuni sindaci: i titolari di protezione umanitaria “finiscono per strada” per gli “effetti della legge Salvini”? Non proprio. O meglio, come visto, accadeva lo stesso in passato. Anzi: peggio. Nel caotico sistema creato dalla sinistra, infatti, non erano solo molti richiedenti asilo a rimanere fuori dalle strutture, ma anche i veri profughi. Questi, una volta ottenuti i documenti regolari, si ritrovavano abbandonati a se stessi, senza arte né parte.
Era l’assurdo effetto di un sistema che lasciava i “rifugiati” a spasso (con i documenti) e coccolava i richiedenti asilo (al 60% clandestini) nei centri di accoglienza (sia Cas che Sprar). Paradossalmente stante la presenza di richiedenti asilo nello Sprar, i beneficiari di protezione internazionale spesso rimanevano per periodi prolungati nei centri di prima accoglienza o finivano chissà dove, senza poter accedere alle forme di integrazione pensate per loro. Era normale tutto ciò?
Consigliamo, pertanto, al Sindaco di non fidarsi di chi da tempo lo sta portando su una strada senza ritorno, con la scusa dei migranti.