Con una nota quanto mai importante e soprattutto tesa a risolvere una situazione che si và sempre più facendo insostenibile, i vignaioli del comprensorio cirotano, hanno rivolto un accorato appello al Comune di Cirò Marina, Cirò, Melissa, alla Provincia, alla Regione Calabria, al Consorzio di Bonifica e a tutti gli organi di stampa, per “gridare” il loro stato di frustrazione di fronte una realtà che sta assumendo sempre più caratteri gravi e che richiedono interventi urgenti e improcrastinabili. Nella loro nota, che riportiamo integralmente, scrivono: “Dal 4 ottobre al 15 Dicembre più di 800 mm di pioggia sono caduti sul territorio cirotano. Una quantità di pioggia maggiore di quella che mediamente cade in un anno. I danni conseguenti sono stati ingenti e le campagne del cirotano pagano un prezzo altissimo tanto da essere impedita in molti casi la possibilità di procedere con le attività agricole. Vigneti alluvionati e rasi al suolo dall’esondazione dei torrenti Ponda e Fego; briglie e opere di contenimento dei torrenti Lipuda e Ponda distrutte; tutte le strade poderali in condizioni pietose, alcune completamente franate; la strada provinciale 12 (Cirò M.- Melissa) chiusa al traffico perché franata in due punti, isolando di fatto il comune di Melissa. Gli eventi meteo certamente sono stati eccezionali, ma le cause del dissesto idrogeologico non sono da imputare solo a Madre Natura.
Lo stato attuale delle campagne cirotane, soprattutto le zone collinari e le vallate del Torrente Ponda e della Fiumara Lipuda, sono l’epilogo di una storia che viene da lontano e che corrisponde ad anni di abbandono e incuria, senza il minimo intervento di manutenzione ordinaria, su opere realizzate più di 50 anni fa! È arrivato il momento che il comparto vitivinicolo del Comprensorio Cirotano lanci il suo grido di rabbia e disperazione; perché è paradossale che soprattutto gli enti locali, primo fra tutti il comune di Cirò Marina, lascino in balia degli eventi le aziende del più importante distretto vitivinicolo calabrese, unico ed ultimo vanto di questo territorio. Se si mettessero su una bilancia, da una parte gli investimenti dei Comuni della DOC per la manutenzione del territorio e dall’altra il ritorno economico e sociale generato dal comparto vitivinicolo, il piatto penderebbe senza dubbio verso il secondo. Se è vero che il comparto vitivinicolo regge l’economia di questo territorio, se è vero che le vigne rappresentano una risorsa paesaggistica, sociale e culturale, allora non è più ammissibile il silenzio e l’apatia delle istituzioni di fronte alla prospettiva che molte piccole aziende chiuderanno ed i vigneti, già da decenni al limite della sostenibilità economica, saranno abbandonati. Un silenzio che lascia basiti per quanto è chiaro che al declino della viticoltura cirotana corrisponderà l’inesorabile fine economica e sociale di questo territorio. E finita la risorsa viticoltura non esiste altro. Occorrono pochissime risorse per rendere fruibili le strade poderali ed è necessario risolvere l’emergenza, visto che a breve si ricomincia con i lavori in vigna. Chiediamo però ai Comuni e agli altri Enti preposti di andare oltre l’emergenza, di dare il giusto peso all’importanza economica e sociale della vitivinicoltura, sia per il gettito economico che genera, sia per il numero di famiglie occupate, sia per il valore che il marchio Cirò ha nel mondo per la Calabria intera. L’invito rivolto a tutti i viticoltori è di far sentire la propria voce, per non scomparire nell’indifferenza generale, per dire alle istituzioni che DEVONO interessarsi alle sorti delle vigne di Cirò, alle sorti di Cirò. Basta fare il proprio dovere. Niente di più. Niente di straordinario!”. Crediamo non si debba e aggiungere altro.