“Ambasciatori di memoria, per ricordare e non dimenticare”, come ha sottolineato nella sua introduzione il Commissario Straordinario della città, Bonfissuto, è stato il tema affrontato nella mattinata di giovedì in una sala gremita del teatro Alikia, in prossimità della giornata dedicata alla Shoah. Voluta dalla Commissione straordinaria e dal responsabile del settore “Promozione e sviluppo del territorio”, Mario Patanise, condivisa e sostenuta da tutti gli Istituti Comprensivi del territorio, che hanno fatto confluire nel teatro gli alunni delle terze classi della scuola secondaria e delle prime classi dell’Istituto Superiore Gangale.
Un incontro per spiegare il senso, i motivi, le speranze e le attese di una commemorazione, appunto la Shoah, che si vuole “non dimenticare” per fortificare la speranza e l’auspicio che alle guerre, al razzismo, si possa sempre più, tutti, rinunciare, per costruire un vero e solidale “mondo di pace”. A introdurre la significativa e importante commemorazione, la prefazione affidata alla prof.ssa Giovanna Ripolo dell’Istituto Pitagora di Crotone, che ne ha tracciato storicamente la nascita, l’ascesa, le motivazioni socio politiche, le cause e il triste epilogo conclusosi il 27 gennaio del 1945, quando le armate Russe entrarono nel famigerato lager di Auschwitz, mettendo a nudo quanto di più orribile era avvenuto fino allora.
Ma ancor più verosimilmente reale e coinvolgente, la drammatizzazione dell’evento, affidata alla compagnia teatrale “La linea sottile” di Massimo Costabile e Antonella Carbone, con quest’ultima che con un monologo misto a scene, simboli e ricordo, hanno fatto vivere momenti, dolore, situazioni, lacrime, sogni e ricordi di oltre 15 mila persone sterminata dall’odio razzista del Nazismo Tedesco successivamente affiancato dal governo fascista Italiano. Momenti recitativi della brava Antonella Carbone che hanno fatto vivere quei momenti dove “le persone, tutte, bambini, adulti e anziani “erano solo dei numeri” sacrificabili sull’altare delle leggi razziali, per una umanità negata. Una manifestazione, che ha voluto sensibilizzare i giovani e non solo, sul pericolo del “negazionismo” che oggi, nonostante tutte le testimonianze, le ricerche storiche, le evidenze dei campi di sterminio, qualcuno cerca di “negare”, “mistificando” la verità per “fare dimenticare” l’orrore della shoah. Un momento che possiamo definire come progetto educativo a testimonianza di quanto significative e importanti siano queste manifestazioni che tengono alta l’attenzione su un momento triste della storia umana, che si spera e ci si augura resti per sempre “un ricordo”. Più facile a dirsi che a farsi, ma a ciascuno resta l’obbligo morale di impegnarsi verso il raggiungimento di un obiettivo al quale, sicuramente, possono contribuire iniziative e momenti di “ricordo” come quelli di oggi, perché, come ha detto Primo Levi, “Capire è impossibile, conoscere è necessario”.