“Il giallo della Lince”. Questo il titolo del libro di Mario Guadagnolo che ha insinuato, attraverso ricerche, documenti, testimonianze, di dare risposte diverse da quelle fino ad oggi conosciute, sulla storia dell’affondamento della nave Lince, di fronte alle spiagge di Punta Alice, che causarono la morte del giovane Salvatore Tridico e molti dell’equipaggio. Il Libro, edito da Scorpione Editrice, è stato presentato in un salone di palazzo Porti, gremito come non mai, nella serata di venerdì. A portare i saluti della comunità, il commissario straordinario della città Ielo, il presidente facente funzioni della provincia di Crotone, Giuseppe Dell’Aquila e per il Comune di Cirò, il prof Mussuto. Con questo libro e la sua ricerca storica, Mario Guadagnolo, ha voluto avanzare alcune ipotesi che sicuramente hanno posto all’attenzione dei presenti e di quanti leggeranno il libro, alcune ipotesi che sicuramente sono divergenti da molte narrazioni che già in passato diversi autori hanno scritto e proposto. Ipotesi e domande, sicuramente pertinenti, che potrebbero fare apparire la straordinaria storia della nave Lince, ammiraglia della flotta Italiana durante la seconda guerra mondiale, appunto come un “Giallo”. Un racconto, che, come si è auspicato l’editore Piero Massafra, potrebbe essere rivisitato attraverso un’opera cinematografica, perché degno di essere posto all’attenzione generale come uno dei tanti episodi tragici e significativi del secondo conflitto mondiale. Le domande principali sulle quali si fondano le ipotesi divergenti dalla precedenti narrazioni sullo spiaggiamento: un banale errore di manovra dovuto alla presenza di nebbia per sfuggire all’avvistamento di aerei nemici, o una manovra concordata con le autorità superiori per salvaguardare l’equipaggio e la stessa nave dalla preponderante presenza di navi e sottomarini nemici che oramai controllavano il mediterraneo. Dubbi che l’autore, attraverso testimonianze e documenti, come lo stesso ha raccontato ricostruisce la storia della Lince dal suo varo, alle azioni di guerra e fino agli ultimi giorni, allorquando, arenatosi nei pressi di Punta Alice, nel tentativo di riprendere il largo venne avvistata dal sommergibile inglese Ultor e silurata, affondando dopo essersi spezzata. Oggi, grazie anche alla tenacia e alla passione di Vittori Papaianni, nostro sub oramai famoso per le sue continue ricerche e immersioni che hanno portato alla luce tanti “frammenti” della stessa Lince, di Nino Trifirò che non ha mai smesso di cercare testimonianze, dell’associazione Marinai d’Italia che gestiscono il museo della Lince presso l’area portuale della città e di tanti scrittori e appassionati, Cataldo Amoruso e altri, che hanno fatto sì che intorno alla storia della nave Lince si creasse quell’alone di mistero che ancora oggi, appassiona e fatto sì che intorno alle sue vicende si creasse quell’alone di mistero che la circonda . coordinare i lavori del ben riuscito incontro culturale e storico, Demo Bernardo, lo storico Giulio Grillettae l’ammiraglio Lattarulo che ne ha curato la recenzione.