A proposito della croce dei passionisti tolta dal nuovo belvedere Mavilia scrive la filosofa cirotana impiantata a Roma Maria Francesca Carnea:” Si pensa, ma dovrei dire, chiacchiera tanto circa la cura dell’antico, dei personaggi illustri che hanno fatto la storia dei nostri territori, dei musei, quand’anche è lo stesso territorio benedetto dal cielo a offrire le sue bellezze, tuttavia non è un po’ controsenso buttare, eliminare dal posto suo un segno quale quello della Croce posta dal 1905 su Piazza Mavilia a Cirò?
In seguito alla ricostruzione, piazzetta Mavilia in Cirò, che lascia a dir poco perplessi, ma sarà la mia ignoranza in materia di piazze, ma non di bellezze e di orizzonti di costrutto, mi chiedo come mai è stato tolto un simbolo, e non trattasi di ferro vecchio, ma di Croce posta dai Padri Passionisti in tempi di benedizione per la nostra terra. Anche se si vive lontano dai propri territori l’appartenenza reale è sempre cogente e di alcune questioni si cerca verità. Per qualcuno potrebbe essere insignificante ma mai farsi padroni del tutto, mai decidere senza il popolo, o si pensa davvero che chi conta sono i soliti ignoti? Il criterio del giusto alberga nei cuori che sanno essere di ascolto per le necessità del bene comune. Il segno della Croce è sempre stato foriero di scandalo e discussioni ma oggi come sempre c’è bisogno di segni di speranza e di pulizia. Ci sono tanti problemi nella nostra Cirò, a cominciare da un’economia stagnate da anni e mai in via di sviluppo, ma è proprio partendo dalle ‘piccole’ ma significative cose che si arriva alla comprensione delle grandi, proprio per costruire le grandi opere, sono le gocce a formare gli Oceani, e questo dato della Croce è Oceano che conduce all’arsura di cui l’umano vivere ha bisogno.
Certo eliminare un segno così vivificante è importante per chi opera nella sporcizia, nella morte, nella distruzione. Cirò è paese di antica fondazione, trae le sue radici dal mondo greco, e cosa si dovrebbe fare?, buttarla tutta giù, toglierla di mezzo perché troppo vecchia?, mura e ferro vecchio? Il prossimo rudere da buttare giù, quand’anche ci stia pensando da solo, è il nostro antico castello? … anche lì c’è da eliminare muri, pezzi di ingombro? La Croce è simbolo di benedizione, di vita, di speranza e se Cirò e la sua popolazione anela a questo simbolo già lo vedo un buon segno, non è la scelta di un tipo di soggetti ‘del mestiere’ che si deve tenere in conto, quanto piuttosto quello che vuole il popolo cui amministratori non hanno dato conto!!! La bellezza di Cirò è nell’opera del creatore che le ha dato un territorio fecondo e bellissimo in cui specchiarsi, lo si deve solo tutelare, amare, proteggere, non mai violentare! Semmai favorire la giusta esposizione incoraggiando un’economia pulita, operando per uno sviluppo del turismo che ne valorizzi il territorio nell’armonia della sua propria natura, non abbiamo bisogno di grandi opere la grande opera è Cirò stessa! Quello che è necessario avere sono persone che sappiano, conoscano, ci credano nel valore Cirò e lo facciano volare secondo il suo proprio esistere, potenziale non consociativo ma libero da qualsiasi vincolo di forzature più o meno legittime. Epicheia è virtù morale cha auspico venga sempre più presa in considerazione nel nostro mondo. Mai è auspicabile togliere, levare, eliminare, la Storia non si cancella, seppure si vorrebbe fare di tutto per far vedere ciò che non è, dimenticare provvedimenti istituzionali quando si dice di operare per le istituzioni, si rispettano le disposizioni se ne fai parte, si rispettano se provvedimenti dagli stessi vengono presi a tutela del territorio, non si cancellano i simboli spostando o togliendo un ingombro non calcolato. Mi dispiace che chi ha disposto ciò non abbia tenuto conto che non si progredisce senza sapere chi siamo, senza tener in considerazione ciò che chiede il popolo, senza rispettare la storia del territorio e senza, soprattutto, rispettare i Segni che sono sempre forieri si pensiero e sacralità intrinseca. La Croce è senso pieno della Vita e Cirò ha bisogno di Vita sana e di costrutto. Auspico per il pregiato gioiello che è Cirò di poter realmente brillare, mai alla sequela di bandiere, più o meno legittime, che sventolano a seconda dei venti che Eolo soffia, piuttosto di poter brillare Cirò nel segno autentico, genuino e incrollabile a qualsiasi vento, quale è il segno della Croce. I segni fanno la differenza e ‘danno segnali’ di differenza e sviluppo. Ringrazio e supporto di vero cuore coloro che, molto civilmente, con petizione, stanno operando per raccogliere le firme, a ripristino della Croce, affinché ritorni al posto suo, con la speranza che l’attuale piazzetta in chissà quali tempi possa ritornare ad essere una Piazza bella, ampia e armoniosa”.