AVE, ITALIA
Ave all’Italia, il paese più bello,
ora, come quello dei campanelli,
ove si pensa, spesso all’apparenza
e alla stravaganza;
ove, dando un calcio al pallone ci si avvicina al sole;
ove i calciatori sono i moderni dei
e tutti gli altri insignificanti, stupidi pigmei;
ove per alcuni non v’è lavoro
e altri navigano nell’oro;
ove, con le chiacchiere, si ammanniscono sapide minestre
e si è pronti, affacciati alle finestre,
a pettegolare,
solo per il gusto di volerlo fare;
ove si vuole avere l’ultima parola
per apparire come il primo della scuola!
Il Paese ove si ostenta l’altruismo e l’esterofilia
e si getta il Crocefisso per la via
per non oltraggiare
chi altra religione è atto a professare.
Ave, italica mia terra,
saresti rigogliosa
di fiori odorosa,
traboccante di lettere e di atavica cultura,
di magistrali pitture,
di ancestrali linguistiche contestazioni,
di mille tradizioni,
senza obliare
i tuoi boschi e i tuoi mari,
i tuoi prati verdeggianti
i tuoi alberi svettanti
le campagne
e le montagne,
le tue viti e i tuoi ulivi,
le tue spighe e i girasoli,
una vita pullulante
di natura vivida e frizzante.
Ave alla penna dei tuoi poeti e scrittori,
al genio dei tuoi fini pensatori,
all’insuperabile pennello dei tuoi pittori.
Davvero un bel paese,
se si estirpassero le gramigne dell’ipocrisia,
le chiacchiere senza ragione,
l’idolo”televisione”,
alcuni personaggi che propina
che non valgono l’omaggio di una rima,
che non trasmettono uno straccio di valore
e rendono in brandelli princìpi e cuore.
Se chi è lontano dai confini
si dà pena,
chi vi resta,
a volte, si sente in catene.
Pensare che sei il giardino d’Europa definito
per le bellezze che, in serbo, rechi custodite!
Se potessi ti monderei,
ma non amo disquisire
come l’aulico Angiolieri,
sono semplice facitor di versi,
scrivo e scrissi,
seguo la fiamma delle emozioni
e sciorino i sentimenti in un fiume di parole.
Scrivo di memorie
per ancorare al foglio ogni storia,
per incatenare ogni pensiero
che, stampato, in eterno dura,
scrivo com’è mia natura,
creando bouquet di florilegi
e, in codesto caso, rendere omaggio
ed esaltare,
come il cuore suggerisce di dover poetare!
Prof. Domenica Milena Arcuri Rossi