La Fontana del Principe ha un nuovo e forse, più accreditato, custode. Italia Nostra, ha infatti avanzato tale richiesta al Sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani, il quale ha subito disposto e confermato la disponibilità dell’Ente ad “affidare” il nostro monumento storico, all’associazione Nazionale. Dopo le diverse querelle, sollevate da più cittadini e associazioni circa lo stato di abbandono del monumento e dell’incuria della gente che lo hanno trasformato in deposito rifiuti ed erbacce, ecco che probabilmente si prospetta una nuova vita per l’importante testimonianza storica e quindi essere fruibile dal turista e non solo. La Fontana del Principe, patrimonio storico della collettività, potrà così, si spera definitivamente, con un accordo chiaro, essere messa sotto custodia.
Come si ricorderà, ne avevamo dato notizia, erano circolate voci circa la sua presunta vendita, subito smentite dallo stesso Sindaco, Roberto Siciliani, poi presa in gestione dalla De.ri.co e infine, dopo le successive critiche circa lo stato in cui versa, ecco aprirsi un nuovo capitolo, che speriamo possa riportare la Fontana in auge. Per pura memoria storica si ricorda che era nata e speriamo sia ancora operativa, un gruppo archeologico che è una sezione dei gruppi archeologici d’Italia che lavorano e collaborano in stretta sinergia con la Sovrintendenza ai Beni archeologici Italiana che nel suo scopo statutario ha la tutela e la valorizzazione dei beni archeologici, culturali e ambientali. Era nata per aiutare, stimolare e sensibilizzare la comunità alla salvaguardia del patrimonio esistente nelle sue variegate espressioni che rappresentano l’intero patrimonio storico e culturale del territorio. Esiste ancora?
premesso che mi fa piacere leggere che un giornalista conosce lo Statuto dei Gruppi Archeologici d’Italia, sarei molto curioso di comprendere questa battuta indirizzata a una nostra Sede operante nell’area di Cirò. Spesso le convenzioni stipulate fra Amministrazioni e Associazioni sono il frutto di scelte politiche ben precise e determinate per lo più ad opera delle prime più che delle seconde, o forse Cirò è un mondo a sé? Inoltre noi siamo abituati, proprio per la delicatezza dell’ambito operativo, a essere riservati e silenziosi, fare e non parlare, fare e non apparire o forse devo ricordare che fra i primi a sollevare la problematica della tutela del bene in oggetto è stato proprio il Gruppo Cirotano? penso che come risposta sia più che sufficiente per chi vuole intendere e chiedo scusa agli amici del Gruppo se mi sono intromesso, ma attacchi e battute gratuite nei cconfronti dei soci dell’associazione più antica in Italia che si occupa di volontariato culturale, dal 1963, non sono cose che digerisco volentieri.
Francesco dott. Laratta, archeologo e consigliere nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia