CATANZARO – Il rapporto Ecomafia 2012, l’indagine annuale di Legambiente sull’illegalità’ ambientale, fotografa una situazione che definisce ”impressionante, con un business illecito in costante aumento, contrastato con impegno e perizia dalle forze dell’ordine”. La Calabria è al secondo posto tra le regioni più colpite dietro la Campania e seguita da Sicilia, Puglia e Lazio con le seguenti infrazioni accertate nel 2011: 3.892 casi, con 2.561 persone denunciate, 42 arresti e 980 sequestri. Le province calabresi tra le prime dieci sono tre: al terzo posto Cosenza con 1.543 casi, al sesto posto Reggio Calabria con 956 infrazioni e al decimo posto Crotone con 675 infrazioni. Il fatturato delle ecomafie è di 16,6 miliardi di euro nel 2011, più dell’1% del PIL nazionale. I comuni sciolti per infiltrazione mafiosa nei primi tre mesi del 2012 sono 18, erano 6 nel 2011 e gli stessi nel 2010. La Calabria conquista anche il triste primato dei clan dell’ecomafie censiti: 95, contro gli 86 della Campania e 78 della Sicilia, poi Puglia con 23.