CROTONE – “Con una nota inviata a mezzo mondo (mancavano fra i destinatari l’Onu, l’Ue e il Vaticano), il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro ha innalzato un grido di dolore perché l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria vuole aprire una sezione staccata nella città di Crotone con l’accordo dell’Amministrazione provinciale. Si lamenta, la prof.ssa Anna Russo, per quella che lei chiama concorrenza sleale e per la fetta di bacino di utenza che verrebbe sottratta alla sua Accademia, invitando, addirittura, a valutare non solo gli aspetti economici, ma anche quelli etici dell’indebita concorrenza. Si guarda bene la prof.ssa – continua la nota di Giovanni Lentini – dal prendere in considerazione i disagi che quotidianamente affrontano gli studenti del nostro territorio per raggiungere Catanzaro, notoriamente un centro non proprio agevole dal punto di vista della mobilità e della facilità degli spostamenti. Sono disagi economici e disagi legati a una rete stradale che porta il nome famigerato di Strada Statale 106. Ebbene, si, da amministratori provinciali agiamo per risolvere i problemi della nostra comunità, per venire incontro ai bisogni dei nostri giovani e delle loro famiglie, per dare sollievo, in tempi di crisi economica durissima, ai tanti ragazzi che non possono permettersi il costo degli studi fuori sede. Se permette, la prof.ssa Anna Russo, le scelte che riguardano le politiche culturali e formative della nostra Provincia le facciamo noi.
Ancora non siamo stati annessi alla Provincia di Catanzaro e pensiamo che da quelle parti debbano farsene una ragione della voglia di autonomia e di autogoverno di comunità territoriali, come la nostra, che non intendono delegare ad altri la gestione del loro futuro né farsi amministrare da chi è lontano dai loro bisogni e non ne conosce e rappresenta le ambizioni e i diritti. Possibile che ogni iniziativa che prende corpo in Calabria debba subire il fuoco di sbarramento di ambienti politici, amministrativi, economici che non vogliono vedere messi in discussione i loro privilegi e le loro rendite di posizione? E’ possibile che queste resistenze avvengano sempre dalle stesse parti territoriali e con identica, immutata chiusura mentale? Consentirà, la prof.ssa Russo, a noi che viviamo in realtà più penalizzate e sofferenti, di alzare a nostra volta un grido di dolore e di chiedere anche noi, allo Stato e al resto del mondo, se siamo solo un problema economico o, per caso, anche una popolazione che va aiutata a trovare la speranza e la strada verso un avvenire che non sia di privazioni e di sogni riposti nel cassetto. Vorrà dire che la prof.ssa Russo si rassegnerà a insegnare a qualche decina di ragazzi in meno. Che grande problema!”