Descrivere con parole le miriadi di sensazioni che, il pianista Georgy Gromov ha saputo suscitare nel concerto che ha tenuto domenica 25 Novembre, presso l’Auditorium del Liceo Musicale “O.Stillo” per la Società Beethoven ACAM di Crotone, è davvero impossibile. L’Auditorium era gremito in particolare da giovanissimi studenti di musica che non avevano voluto perdersi un appuntamento così importante. Gorgy Gromov aveva già suonato per la Società Beethoven nel 2010, lasciando il ricordo di una esecuzione esemplare. E anche domenica è stato all’altezza delle aspettative realizzando un recital che non sarà facilmente dimenticato. Tocco vellutato e granitico al tempo stesso. Ha saputo cantare e gridare passando da suoi evanescenti ed agglomerati blocchi sonori, sempre ricchi di un’armonia gradevole che suscitava piacere e sorprese al tempo stesso. Vi sono stati nell’Auditorium durante l’esecuzione momenti ove anche un respiro più profondo avrebbe interrotto l’incanto sonoro che l’artista aveva saputo creare. Intensità sonora, pura bellezza di canto, di contrappunto di calchi liturgici antichi. Un’esecuzione nella quale è difficile immaginare un’idea interpretativa più calzante, specialmente in Schumann. Il programma molto bello comprendeva: R. Schumann – “Kinderszenen Op.15”, C. Franck – “Prelude, Chorale et Fugue”, S. Rachmaninov – “4 Preludes” , L. van Beethoven – “Sonata As-Dur Op.110” .
Ad uno Schumann del quale Gromov ha saputo interpretare il linguaggio capace di esprimere l’infinito e l’assoluto, realizzandolo con un tocco al limite del possibile ha contrapposto un C.Franck che parla all’anima, con tutta la sua anima. Un Franck nel quale non si sa se ammirare di più la forma e agile logica che guida lo sviluppo dell’idea, o l’arte delle transizioni, l’impronta armonica, oppure l’abbondanza e la varietà dell’armonia. È seguito poi un Beethoven in cui lo stile delle opere pianistiche si accosta all’orchestra. Sconvolgere le forme classiche e portare il rilievo drammatico accentuando la lotta fra i due temi dominanti Beethoven è insuperabile. Una profondità di pensiero che non ha uguali nella storia della musica quella Beethoveniana. Per finire poi con un Rachmaninoff in cui, la sua ispirazione purissima fondata sulla perfetta conoscenza dell’arte musicale occidentale e del folklore russo legato ad un lirismo elevatissimo, fanno di lui uno dei migliori compositori russi del XV secolo. Una serata veramente indimenticabile coronata da applausi calorosissimi e prolungati che hanno sancito un vero binomio con un’artista che speriamo poter risentire.
Un plauso doveroso va sicuramente indirizzato al prof. Romano ed alla sua Scuola per questi incontri che sono delle vere e proprie perle di musica e di cultura. Se non fosse per lui, Crotone continuerebbe a vivere nel buio più completo. Il pensiero corre necessariamente al famoso Festival dell’Aurora che era diventato il fiore all’occhiello della città e che si è avuto l’ardire di far fallire, al costruendo teatro di cui non si vedrà mai la fine e alle tantissime altre occasioni perse in ogni campo, culturale e non.
Mi auguro che questa scuola abbia sempre il successo che merita e che la passione di cui sono pervasi i fautori rimanga sempre ai massimi livelli.