
L’Enoteca regionale non sia una cattedrale nel deserto, la sede offerta dall’amministrazione comunale quella del centro servizio in zona Cappelliere, si è comoda e spaziosa, ma è decentrata ed isolata, sarebbe opportuno che il sindaco Mario Caruso, nel frattempo scegliesse una ubicazione più importante e centrale come è stata scelta la sede dell’enoteca nel Lamentino di Sanbiase nel palazzo della Memoria, un bellissimo palazzo antico nel centro della città. A questo scopo potrebbe rispondere l’antico palazzo Pignataro ubicato nel centro storico, anche se andrebbe prima cambiata la destinazione d’uso, essendo questa destinata a case Aterp, dove al piano sotterraneo qualche anno fa è stato rinvenuto un’ antica cantina ed un frantoio del 500, che aspetta ancora di essere preso in considerazione. Sarebbe una struttura completa a due passi dal castello, vicino il palazzo dei musei che ospita il museo nazionale di astronomia dedicato all’astronomo e matematico Luigi Lilio, vicino al museo della civiltà contadina, intorno al centro storico, alle chiese storiche del paese, a due passi dalla casa nativa di San Nicodemo e dal museo archeologico.
Dovrebbe essere questo l’itinerario turistico enologico e culturale che potrebbe far incrementare non solo la conoscenza e la diffusione dei vini calabresi ed in primis il Cirò Doc, ma anche la conoscenza e la diffusione della cultura e della territorialità che circonda il vino e Cirò. In ogni caso, rimane l’amaro in bocca per la scelta della sede centrale dell’enoteca nella città di Lamezia e non nel cirotano poiché qui si produce l’80% del vino doc, sarebbe stato più logico e naturale che tutta l’enoteca venisse ubicata nel cirotano. Del resto se avessero dovuto fare l’enoteca del Bergamotto è chiaro che la sua ubicazione naturale sarebbe stata quella di Reggio Calabria e non a Cirò, lo stesso avrebbero dovuto fare per il vino che è sinonimo di Cirò nel mondo come lo è il bergamotto a Reggio. Purtroppo i politici che decidono e che hanno deciso sull’ubicazione dell’Enoteca, spesso lo fanno per campanilismo o per appartenenza ad una classe politica e non per giusta territorialità del prodotto in questione.
REPLICA-
“non è questione di rispetto e di pessimismo ma essenzialmente di territorialità-
ed il bergamotto rende bene l’idea”
Ogni volta che in questo nostro territorio si costruisce qualcosa di importante, qualcuno si impegna immediatamente a polemizzare, piuttosto che, valorizzare le opportunità conquistate per arrivare a raggiungere ulteriori traguardi.
Se si legge attentamente il comunicato stampa dei due Comuni Cirò e Cirò Marina, si evince chiaramente che l’impegno dei due Comuni e della Regione Calabria una volta costituita l’associazione Casa dei vini – Enoteca della Calabria, è quello di trovare risorse per il recupero di edifici storicizzati nei rispettivi centri storici, per ospistare tutte quelle opportunità che possono scaturire a seguito dell’Enoteca Regionale ( vedi a titolo esemplificativo ristorazione, alberghi ecc….)
Nel nostro Comune sono tanti gli edifici da recuperare per tali fini ( Castello, palazzo Pgnatari acquistato negli anni 90 per ospitare residenze popolari e non ultimato per carenza di fondi, palazzo Siciliani, ecc…). Nell’immediato bisognava non perdere questa opportunità, attraverso l’utilizzo del cenro servizi che ricordo è stato costruito non dalla mia giunta per ospistare il centro agroalimentare della provincia di Crotone. la struttura oggi per il suo stato è idonea ad ospitare i servizi che l’enoteca dovrà dare ( formazione professionale – centro fieristico – laboratori di marcheting ecc…). Mentre a Lametia non si fa campanellismo da noi si prospettano doglianze, che a mi avviso, portano questo territorio all’isolamento più di quanto non lo sia già.
Per queste ragioni caro giornalista,bisogna essere più ottimisti e meno catastrofici, poichè non tutto è nero e non tutto è marcio e, ad ogni modo, questa nuova opportunità prima non esisteva.
Non capisco l’accanimento contro Lamezia. Invito chiunque a toccare con mano la realtà vitivinicola lametina per rendersi conto che meritano il rispetto dovuto. Inoltre, non bisogna dimenticare che è stato modificato il disciplinare del Cirò DOC; quindi vogliamo ancora parlare di gaglioppo e vino DOC?
Reputo che scelta di individuare il centro servizi quale sede cirotana dell’enoteca risponda a precise criticità logistiche nonché a moderni dettami, in termini di efficacia ed efficienza, di promuovere il prodotto “vino”.