Nel mese di marzo del 2011 la stragrande maggioranza dei soci, Comuni Enti pubblici, imprese, sfiduciavano la gestione del Gal “Serre calabresi” nel tentativo di avviare una nuova stagione per l’importante struttura di animazione dello sviluppo del territorio.Ad oggi Coldiretti ritiene che l’esperienza avviata attraverso quel processo di rinnovamento, ad oggi, non ha sortito i risultati che quella maggioranza si aspettava. Difatti, il particolare assetto societario, che vede: un primo livello costituito dai soci privati e pubblicie un secondo livello (Gal “Serre calabresi – Alta Locride”) che direttamente concorre alla assegnazione dei fondi EU del PSR, possono conciliarsi solo attraverso un forte impegno, al dialogo e alla condivisione delle scelte, degli organismi eletti nei due livelli. Proprio questa scelta di campo non è (sin qui) stata compiuta dal Presidente Puntieri, il quale ha ristretto il confronto alla sola struttura di Secondo livello, dove vi sono da gestire le risorse, snobbando ogni tentativo di confronto con gli Organismi associativi e con la base sociale pubblica e privata. Coldiretti, dopo numerosi tentativi di dialogo, sia negli organismi che attraverso la richiesta di incontri diretti con il Presidente perritrovare un terreno del confronto comune, deve prendere atto che lo stesso spirito non caratterizza l’azione del Presidente Puntieri, il quale, sempre di più, orienta le sue scelte in base alle indicazioni che gli provengono dalla Direzione tecnica.
Le scelte di indirizzo del PSL, l’affidamento di incarichi e consulenze, la nomina delle commissioni di valutazione, sempre di più sono orientate da scelte e decisioni assunte in questo ristretto ambito, trascurando di considerare che le scelte compiute rischiano una ricaduta economica sulle imprese e sul territorio scarsa e deludente. A questa considerazione, Coldiretti, giunge analizzando sia la qualità delle scelte progettuali che la distribuzione delle risorse nell’ambito delle azioni del PSL dove, i progetti a “regia diretta”: quelli direttamente gestiti dall’apparato, risultano preponderanti a discapito di quanto potrebbe essere più utilmente destinato alle imprese per favorire la loro ristrutturazione e supportare la commercializzazione dei prodotti.Per quanto riguarda le scelte relative alla assegnazione di incarichi e consulenze e la rivitalizzazione di società per la gestione dei “progetti” che, addirittura, pare siano state già operate, Coldiretti manifesta l’assoluta contrarietà, riscontrando in tali scelte il metodo largamente abusato nelle passate gestioni contro cui si è creata una vera e propria sollevazione da parte della stragrande parte dei soci pubblici e privati del Gal. E’ chiaro che Coldiretti non è disponibile a consentire che si ritorni a pensare il Gal di primo livello un mero pretesto per avere, da parte del Presidente e della Direzione una investitura ad operare che può prescindere dal confronto costante con le varie componenti nelle quali si articola la base sociale del Gal.