“Vogliamo anticipare per la prima volta l’Italia e fare prima degli altri ciò che il Paese stesso ci chiede. L’abolizione delle province rientra nella novità di attenzione e scelte che dobbiamo assumere. Chi si oppone, affossando una riforma, magari nascondendosi dietro il voto segreto, condanna questa terra a perpetuare un’immagine di inefficienza e di sprechi”. Queste le parole del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, intervenuto ieri all’Ars durante la discussione sul ddl governativo per la soppressione delle province, con un risparmio stimato dall’esecutivo in 50 milioni all’anno. “Coi risparmi così ottenuti possiamo far lavorare 20 mila precari per sei mesi nei cantieri di servizio – ha continuato Crocetta – ma bisogna dire no ai privilegi e a chi vuole fare clientela. La divisione è tra chi vuole innovare e chi vuole conservare un cattivo sistema”. Il governo “è pronto a confrontarsi con l’Assemblea perché sia varata una legge che sia di tutti. Noi vogliamo spazzare gli sprechi e i privilegi, e se non lo facciamo noi, lo faranno altri al posto nostro”.
“Per chi scrive questo è un modo di fare politica puerile e andare nel merito di chi arriva prima nell’occuparsi di una problematica mi sa molto di ansia da prestazione per far vedere di essere giganti quando non lo si è – afferma Vincenzo Malacari, Coordinatore RSU Provincia di Crotone. In altri termini questa sindrome dei primi della classe proprio non ci piace proprio. Non solo ma, se la matematica non è un’opinione, dividendo 50 milioni (ovvero i risparmi presunti) per 20 mila (i precari da assumere) il risultato che si ottiene è 2.500. Ovvero la somma che ciascuno precario potrebbe percepire al termine di 6 mesi di lavoro (pari ad euro 416,00 mensili). Non c’è che dire: primo della classe in retorica, tranne che in matematica.”