Questa volta, le note positive per il comparto vino Cirò, vengono dall’America. Non che sia la prima volta, ma ancora una volta, un nostro vino attira intorno ai suoi profumi e alle sue corpose qualità organolettiche, le reazioni positive ed entusiaste dei consumatori d’oltreoceano. “Già molti anni fa Jugh Johnson, uno dei più famosi wine writer di tutti i tempi ed autore del celebre ‘Atlante dei vini’, si legge in una nota diffusa da Ippolito Vincenzo, aveva definito il Cirò come il Barolo del Sud. Fa notizia che a distanza di molto tempo, nonostante tutti i cambiamenti in campo viticolo ed enologico, il Cirò ed in particolare il Gaglioppo sono ancora oggi l’espressione più autentica di un territorio, associabile per eleganza, austerità, complessità e longevità al Barolo, uno dei più grandi e conosciuti vini al mondo”. Sul numero di aprile di Wine Spectator, la più autorevole e diffusa rivista americana che parla di vini e cultura del vino, è pubblicato un articolo dal titolo tradotto: “Abbinamento perfetto. Gnocchetti al ragù di agnello con un vino rosso del Sud Italia”. Il vino raccomandato è il Ripe del Falco Cirò Riserva della storica azienda Ippolito 1845.
“Questo è un super vino. Uno di quei vini che la gente semplicemente ama. Si beve come un Nebbiolo, ma l’uva è il Gaglioppo. Il vino è fresco e il colore luminoso. Lo abbiniamo ad un piatto di terra ed è piacevole avere una certa acidità nel vino capace di dare freschezza al piatto stesso”. Sono le parole di Jenn Louis, chef del rinomato ristorante Lincoln di Portland in Oregon, che ha proposto l’abbinamento. Coincidenza il 23 aprile, su Palate Press, importante wine magazine on line, edito negli Stati Uniti, è stato pubblicato un articolo dal titolo tradotto “Gaglioppo: vino unico ed intenso di Calabria”. Lo scrittore Ewan Dawsan premette che l’Italia è ricca di vitigni “nuovi”, intesi come differenti dai soliti e conosciuti vitigni internazionali, però non tutti sono dei vitigni “speciali”, ossia in grado di garantire vini unici e di alta qualità. Ma poi c’è il Gaglioppo, la rara combinazione di nuovo e speciale. Di unico ed intenso, se preferite” asserisce lo scrittore. Anche qui, in una degustazione alla cieca tra una commissione di esperti, sono valutate alcune vecchie annate di Ripe del Falco Cirò Riserva (1996 e 1997) sempre di Ippolito. “Forse è un Nebbiolo? Se è un Barolo, ha probabilmente 15 anni ed è molto buono” i primi commenti. Ad un secondo assaggio: “E’ forse leggermente più leggero al palato, ma non molto, e al naso è fantastico. Facile dire Italia, ma è difficile dire di più…” a dimostrazione dell’originalità ed esclusività del Cirò. Questa è l’ennesima conferma di come un prodotto di eccellenza quale il vino Cirò possa essere ambasciatore di un intero territorio; territorio che oggi più che mai necessita di un progetto di tutela e valorizzazione coerente con il prestigio e la notorietà del suo vino.
RIPE DEL FALCO un vino che non tramonta mai
COMPLIMENTI …………