Mentre sul campo sportivo di Punta Alice, si svolgeva il torneo della solidarietà, sabato scorso, a bordo campo e tutt’intorno il rettangolo di gioco, venivano invasi da bambini e genitori della Scuola dell’Infanzia “Baby Kinder Park” per dare vita alla manifestazione conclusiva dell’attività motoria inserita come consuetudine nel pof 2012/2013 e che puntualmente a fine anno mette in risalto, attraverso l’esecuzione di determinati movimenti ed esercizi fisici, l’attenzione e l’importanza che la “Baby Kinder Park” pone nella sua programmazione didattica a tale aspetto della formazione complessiva del bambino. Guidati dalle educatrici della Scuola dell’Infanzia, i bambini hanno disegnato piacevoli evoluzioni e movimenti, cantato e ballato, coinvolgendo i presenti e gli stessi genitori in un allegro e vivace momento di partecipato interesse, mettendo in mostra la bravura e la duttilità psico fisica dei loro figli. L’importanza dell’attività motoria, ci dichiara la dirigente della Scuola dell’Infanzia, Baby Kinder Park, Lucia Sacco, parte da un attento esame della nostra società e dei suoi bisogni e, in particolare, di quelli relativi al mondo della scuola che forma i futuri cittadini. Questi non possono prescindere dal ruolo che la “cultura del sapere motorio” assume come pre-requisito fondamentale per l’acquisizione di corretti stili di vita e di una sana e permanente educazione sportiva.
L’educazione motoria, infatti, riveste una grande importanza nella formazione integrale della persona sin dalla primissima infanzia. Al fine di valorizzare e potenziare l’educazione motoria già nel nido, tenendo presente i ritmi evolutivi del bambino, quindi, proponiamo un piano di interventi da attuare all’interno della programmazione scolastica. L’arco temporale che va dai 2 ai 5 anni è di importanza fondamentale sul piano educativo, infatti, è in questo periodo che il bambino fonda le basi della sua conoscenza e sempre con riferimento ai suoi vissuti coscienti, interiorizza i fondamentali riferimenti spaziali e spazio-temporali. La nostra proposta educativa, conclude la dirigente, vuole essere uno “strumento ausiliario” al lavoro quotidiano delle educatrici perché riteniamo che l’esperienza-gioco con il proprio corpo, con l’attrezzatura didattica, con la musica e il ritmo possano agevolare il bambino nella presa di coscienza delle proprie possibilità e capacità. Ciò non deve essere inteso come “avviamento allo sport”, ma come attività educativa che, oltre a favorire l’evoluzione di abilità motorie (in modo particolare il correre, il saltare e il lanciare), porta al superamento di paure che i bambini manifestano nell’affrontare determinate esperienze motorie nuove”.