“Le esternazioni, fatte per mezzo della stampa dal presidente provinciale dell’unione giuristi cattolici, sono di una gravità tale da non poter essere per nulla sottaciute e, pertanto, bisogna stigmatizzarle perché le stesse alimentano un clima di tensione che potrebbe sfociare in atti di violenza contro l’incolumità fisica dei nostri amministratori – afferma in una nota Rosario Villirillo, Presidente Marco Polo – tutela diritti Crotone. Di fatti, il giurista cattolico, con la minaccia che quei cittadini che si riconoscono soltanto nella famiglia fondata sul matrimonio non rinunceranno a “monitorare attentamente l’azione del consiglio comunale e dei singoli consiglieri” in merito all’istituzione del registro delle “coppie di fatto”, non solo vuole fortemente condizionare la discussione in seno al consiglio stesso, indicandone addirittura la decisione da assumere, ma mira finanche ad esautorare delle proprie funzioni e delle proprie prerogative un organo istituzionale, che non è di sua emanazione diretta ma, anzi, è stato eletto democraticamente e liberamente dal corpo elettorale, ed a disconoscere, se non addirittura ad inficiare la libertà di pensiero ed il libero arbitrio propri dei componenti dello stesso organo. Appare fin troppo evidente che il suddetto giurista cattolico, a fronte di una democrazia partecipata e pluralista ed attenta e sensibile verso il riconoscimento e l’estensione dei diritti civili, preferisce un regime fondato sulla ierocrazia. Certamente, la sua presa di posizione, rigida ed oltranzista, non nasce per caso ma è la diretta conseguenza di una interlocuzione privilegiata ed univoca, favorita e determinata dalla Commissione consiliare alla Cultura che, nei mesi scorsi, ha inteso convocarlo in audizione per ascoltarlo in merito alla eventuale istituzione del registro delle “coppie di fatto” anche al Comune di Crotone, quand’invece abilitati a trattare ed a discutere sulle problematiche sociali sono il Forum del terzo settore e la consulta comunale del non profit, quest’ultima scaduta da oltre tre anni e mai rinnovata. Francamente, è inconcepibile che la Commissione consiliare alla Cultura abbia voluto sentire, su un tema così importante e delicato, quale appunto l’istituzione del registro delle unioni civili, il parere di un soggetto che al riguardo si qualifica e si differenzia sempre più per posizioni intransigenti ed estremiste, tanto da rasentare il fanatismo religioso, e nel cui comportamento traspare sempre più l’omofobia, altrimenti non troverebbero alcuna giustificazione i suoi sconfinamenti ma, soprattutto, i suoi anatemi contro le “coppie di fatto” omosessuali.
La pubblica minaccia di adunare le famiglie cattoliche in piazza, incitandole a protestare contro l’Amministrazione comunale, quasi a volerla cingere d’assedio qualora la stessa dovesse, malauguratamente, deliberare per l’approvazione del registro delle “coppie di fatto”, può esasperare gli animi ed innestare un processo pericoloso con il serio rischio di sfociare in atti ed in azioni di violenza incontrollati, fomentati dall’odio verso gli omosessuali, specie nei confronti di chi amministra la cosa pubblica in quanto più esposto alle critiche ed alle aggressioni! Sarebbe sbagliato sottovalutare l’atteggiamento del suddetto giurista cattolico, limitandosi a considerarlo soltanto un novello “Masaniello” della famiglia tradizionale, in quanto significherebbe accettare implicitamente la minaccia e la sottintesa intimidazione che, traendo origine dall’ormai ostentata e reiterata omofobia e dal dileggio delle istituzioni democratiche, nella fattispecie il consiglio comunale, potrebbero animare le intemperanze dei contestatori. Per fortuna, nella Chiesa ci sono state posizioni di netta contrapposizione e di condanna dei continui atteggiamenti di intolleranza nei confronti degli omosessuali: l’arcivescovo monsignor Francesco Paglia, in occasione della presentazione vaticana degli atti del meeting internazionale sulla famiglia, tenutosi a Milano, ha sottolineato: “È giunto il momento che anche il Vaticano si apra alle coppie omosessuali e ne riconosca i legittimi diritti”. Lo stesso prelato ha precisato, altresì, che bisogna cercare di limitare le vessazioni subite dalle persone omosessuali ed ha condannato quei paesi che, ancora oggi, nel mondo si ergono a caposaldo discriminatorio nei confronti delle persone gay, rendendo l’omosessualità un reato penalmente perseguibile; il cardinale americano Timothy Dolan, durante la cerimonia pasquale, ha lanciato l’appello, a tutti i credenti ed al popolo cattolico in generale, di dimostrarsi meno ostili verso gay e lesbiche, pur restando fermamente contrario alle loro unioni nel sacro vincolo: “Dobbiamo fare di meglio per evitare che la nostra difesa del matrimonio si riduca ad un attacco contro i gay – ha detto Dolan alla ABC –. La Chiesa deve assicurarsi di non essere contro nessuno”. Pertanto, sarebbe auspicabile che la Curia crotonese ammonisse tale giurista cattolico a smettere di tenere un comportamento intollerante e discriminatorio nei confronti degli omosessuali in quanto sono tanti quei prelati che hanno intrapreso il sacerdozio non per vocazione ma per celare la propria omosessualità. Non vorremmo che le minacce e le intimidazioni dello stesso giurista cattolico facessero desistere il sindaco Vallone dall’intento, manifestato per mezzo della stampa, di istituire il registro delle “coppie di fatto”. Un ripensamento al riguardo, se non addirittura una “ritirata spagnola” avvalorerebbe la tesi che la violenza e la minaccia prevaricano e prevalgono sulla ragione e sulla giustizia”.