Dalle prime ore di giovedì 23 maggio 2013, in diverse località della provincia di Vibo Valentia, nonché in Roma, Milano, Bologna, Brescia, Padova e Verona, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, supportati dai Reparti locali e dal Gruppo Operativo Calabria Carabinieri, nonché dai Finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia e dei Nuclei PT di Roma, Milano, Brescia, Padova, Verona e Bologna, stanno eseguendo un provvedimento di custodia cautelare personale emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A. nei confronti di esponenti e sodali della cosca di ‘ndrangheta “Tripodi” di Vibo Valentia fraz. Marina e loc. Porto Salvo, ritenuti responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, usura, estorsione, illecita detenzione di arma comune da sparo e frode nelle pubbliche forniture (reati aggravati dalle modalità di cui all’art. 7 L. 203/91). Contestualmente i militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri eseguono anche un decreto di sequestro preventivo emesso dalla D.D.A. di Catanzaro nei confronti di 19 aziende e 25 persone fisiche, con conseguente sequestro di 45 immobili (terreni, fabbricati, appartamenti e pertinenze) e conti corrente riconducibili ai destinatari del provvedimento per un valore complessivo di circa 40 milioni di Euro. Tra i beni sottoposti a sequestro spiccano 2 bar ubicati in pieno centro a Roma, un altro ubicato in provincia di Milano e immobili di pregio ubicati in Roma e Milano. L’operazione conclude una complessa e prolungata attività investigativa, che ha permesso di accertare l’operatività della citata cosca “Tripodi”, non ancora riconosciuta giudizialmente, ricostruendone le attività illecite nell’arco temporale 2006 – 2012, le dinamiche interne ed esterne, nonché i variegati interessi economici in diverse Regioni.
L’organizzazione criminale in tratto, ritenuta subordinata alla nota famiglia “Mancuso” di Limbadi (VV) e Nicotera (VV), “si avvale della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere delitti, quali quelli di estorsione, usura, detenzione e porto illegale di armi, ovvero per acquisire, direttamente ovvero attraverso ditte intestate a prestanome, il controllo dell’attività edilizia nel settore dei lavori pubblici e degli appalti di opere pubbliche, ovvero ancora al fine di procurare voti a sé o ad altri, e segnatamente a candidati compiacenti che si sono presentati alle elezioni del 2010 per il rinnovo del Consiglio Regionale del Lazio, regione in cui l’associazione intendeva espandere la propria attività imprenditoriale, e comunque per realizzare in favore dei propri affiliati profitti ingiusti”. Quanto precede mediante: a. l’infiltrazione, attraverso società direttamente riconducibili ad alcuni esponenti della cosca od intestate a prestanome, perlopiù operanti nel settore dell’edilizia: nei lavori pubblici lungo la costa vibonese, dove il sodalizio esercita il proprio predominio; in opere pubbliche realizzate in altre località del territorio nazionale; b. l’utilizzo di numerose società riconducibili alla cosca, che costituiscono lo strumento per la commissione dei reati e in particolare per l’accaparramento degli appalti, tanto da poter far ritenere la cosca una vera e propria Holding di ‘ndrangheta; c. l’usura, accertata in particolare nei confronti di un commerciante di autovetture vibonese, divenuto testimone di giustizia ed attualmente sottoposto al piano di protezione; d. le estorsioni ai danni di altri operatori economici, attuate anche attraverso l’imposizione: del pagamento di fatture per prestazioni in realtà mai eseguite; dell’acquisto di beni e prestazioni d’opera dalle ditte riconducibili al sodalizio; e. il tentativo di acquisire appalti pubblici nel Lazio anche attraverso il promesso sostegno elettorale ad un candidato (non indagato) alle elezioni del Consiglio Regionale del 2010, in seguito eletto.