“Con riferimento alla nota, apparsa su ilCirotano, a firma di Michele Calvo, Coordinatore Provinciale dei “Riformisti Italiani” di Stefania Craxi, dal titolo “Universita’ a Crotone, Calvo: riprendere collaborazione con l’Unical”, prendiamo atto e, pertanto, constatiamo con amarezza che, alla data odierna, nessuna forza politica né tantomeno le istituzioni preposte, le associazioni e gli uomini di cultura del Crotonese hanno sentito la necessità di cogliere la proposta e l’idea, avanzata dallo stesso dirigente politico Michele Calvo, quale occasione utile e necessaria al fine di aprire una discussione, un dibattito serio e propositivo, nell’interesse della collettività, su una tematica che coinvolge direttamente le nuove generazioni residenti nel nostro territorio nonché tutte le componenti del mondo della scuola (dirigenti, docenti, studenti) – afferma in una nota Rosario Villirillo, Presidente dell’associazione ‘Marco Polo’. Difatti, l’isolamento, non solo economico e geografico ma anche culturale, del territorio crotonese trova origine nella miopia e nella mancanza di lungimiranza della classe politica che, nonostante abbia pure in qualche suo esponente capacità politica e sensibilità culturale nonché capacità di analisi, si caratterizza, purtroppo, per apatia e per pigrizia tanto da astenersi dal fare progetti, dal portare avanti iniziative finalizzate alla ripresa economica e dal lanciare idee innovative nell’interesse della comunità. Nei giorni scorsi, in occasione della presentazione del rapporto annuale sull’economia della Calabria, redatto e presentato dalla Banca d’Italia, fiale di Catanzaro, tenutasi presso l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro, il rettore Prof. Aldo Quattrone ha rivolto, nel suo intervento, l’invito esplicito alle istituzioni, ai partiti politici ed alle associazioni, di guardare alla cultura come modello di eccellenza per riformare la Calabria, come ultimo baluardo di risorsa sostanziale per affrontare la grave crisi economica che attanaglia il Paese, in particolare il Sud. Nello specifico, il rettore ha rimarcato la necessità di legare formazione e sviluppo imprenditoriale attraverso l’innovazione e, a tal fine, ha annunciato che “i master saranno strettamente legati allo sviluppo di imprese e dovranno prevedere, al termine del percorso formativo, la nascita di imprese spin off costituite dall’Università, soggetti pubblici o privati cofinanziatori del master e dagli studenti che abbiano elaborato le migliori idee innovative trasformabili in processi o prodotti di interesse industriale”. È del tutto evidente che l’università non solo offre l’occasione di acquisire conoscenza, vari saperi (umanistico, scientifico, tecnologico), ma, quale parte integrante del territorio, si pone anche, attraverso mirati percorsi di alta formazione (master e corsi di specializzazione), come promotrice di processi di sviluppo e motore trainante per la nascita di iniziative imprenditoriali legate alle esigenze dello stesso territorio.
Allo stato attuale, Crotone è l’unico capoluogo di provincia calabrese privo di un polo didattico universitario. Difatti, oltre agli ormai radicati atenei di Rende (l’Unical dispone delle facoltà di economia; farmacia; ingegneria; lettere e filosofia; scienze matematiche, fisiche e naturali; scienze politiche ed ha un’offerta formativa molto ampia con corsi di laurea triennale e specialistica in ogni settore), Reggio Calabria (l’Università degli Studi “Mediterranea” ha le facoltà di agraria, architettura, giurisprudenza ed ingegneria con i relativi corsi di laurea di primo e secondo livello), Catanzaro (l’Università degli studi “Magna Grecia” offre la possibilità di frequentare diversi corsi di laurea afferenti all’area sanitaria, scientifica e giuridico-economica), anche Vibo Valentia è dotata di un suo polo didattico, con l’attivazione dei corsi di laurea in gestione dei rischi naturali ed in ingegneria ambientale, quale sede distaccata dell’Unical, nonché con la recente apertura delle iscrizioni al corso di laurea in mediazione linguistica, criminologia ed intelligence (promosso dal Comune di Vibo Valentia e realizzato in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia, il Sistema Bibliotecario Vibonese ed il CSI Forensic). Nel capoluogo vibonese è, altresì, attivo da molti anni il conservatorio di musica “Fausto Torrefranca”. Mentre, nella nostra realtà, le istituzioni cittadine hanno assunto decisioni e comportamenti spesso discutibili, specie nel campo della cultura, come il mancato rinnovo della convenzione con l’Unical che ha portato alla chiusura definitiva dei corsi di laurea in ingegneria gestionale ed in scienze sociali ed alla conseguente dismissione del polo didattico decentrato, precludendo così al capoluogo pitagorico la concreta possibilità di divenire una città universitaria. In verità, già negli anni ’80, si faceva avanti l’idea di portare l’università a Crotone, con la conseguente realizzazione del Cud (centro universitario a distanza), ad opera dell’allora sindaco socialista Visconte Frontera, presso il quale tanti studenti crotonesi e del comprensorio poterono conseguire il diploma di laurea in informatica che permise agli stessi di trovare occupazione nelle aziende operanti nel territorio. Ma, anche il Cud ebbe vita breve poiché fu dismesso, negli anni ’90, dall’Amministrazione comunale, quando ormai Visconte Frontera non aveva più alcuna responsabilità diretta nella guida della città. Riteniamo che, nonostante gli errori e le scelte di indirizzo politico-amministrativo sbagliate, compiuti dai nostri amministratori, ci siano tuttora le concrete possibilità perché Crotone possa avere un proprio polo didattico e, pertanto, auspichiamo che le istituzioni preposte mettano in campo tutti gli strumenti e le iniziative necessarie per riattivarlo. Ci attendiamo, pertanto, una prova di maturità e di sensibilità da parte delle stesse istituzioni!”.