L’Associazione Marco Polo, esprime apprezzamento per la visita di “Papa Francesco” a Lampedusa, luogo di approdo di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, ossia di grande solidarietà della popolazione. “Quello che è avvenuto, oggi, è un miracolo. Frutto di un grande cuore sia dei cittadini residenti nella penisola che gli operatori sociali. Bisogna nuovamente tornare a considerare, prima ancora che terra di frontiera, cuore del Mediterraneo, un fatto che il tutto deve ripartire nella speranza, però, che tutti riescano a capire il vero e profondo significato della presenza di “Papa Francesco” su questa terra di frontiera. Un incontro voluto, soprattutto, da Papa Francesco, per chiedere scusa a nome del mondo intero, alle migliaia di uomini, donne e bambini silenziosamente scomparsi tra le onde del Mediterraneo. Nell’omelia, Papa Francesco, ha rivolto anche un pensiero “ai cari immigrati musulmani che, oggi, stasera, stanno iniziando il digiuno del Ramadan. E’ condannato sia la “globalizzazione dell’indifferenza” che la “cultura del benessere”, che rende “insensibili verso il prossimo è condizionano il vivere civile, in una situazione “di indifferenza verso gli altri”, che, i trafficanti di migranti che “prima di arrivare a Lampedusa – ha evidenziato – “Papa Francesco”, sono passati attraverso i trafficanti, quelli che sfruttano la povertà degli altri, queste persone per cui la povertà degli altri è fonte di guadagno” e a causa di questi “hanno sofferto”. In Italia, gli immigrati, sono più di 32 milioni le persone che non possono tornare nelle loro case ma non hanno diritto al riconoscimento di rifugiato stabilito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che è nata per proteggere quanti erano costretti a lasciare i loro paesi a causa di persecuzioni e guerre ed altro.
Stiamo parlando anche dei migranti climatici, oggi in aumento in molte parti del pianeta, costretti ad abbandonare le loro terre a causa di cambiamenti ambientale: uragani, innalzamento del livello del mare, tsunami, terremoti, alluvioni e desertificazioni. Cambiamenti che possono essere temporanei o permanenti. Nel 2012 l’Africa contava 8,2 milioni di eco-profughi. La situazione peggiore. I movimenti della popolazione causati dai mutamenti climatici rappresentano il 98% dello spostamento globale delle persone. I numeri più alti si registrano in India, dove nel 2012 ci sono state quasi 7 milioni di persone sfollate a causa di alluvioni e piogge cicloniche, e in Nigeria, dove nello stesso anno a causa di inondazioni durante la stagione delle piogge si contano più di 6 milioni di persone scappate sotto la pressione questa minaccia. In questo secolo, in Italia, deve essere una delle sfide sociale per fronteggiare milioni di persone costrette a fuggire dai propri paesi di origine, senza poter tornare, ma che al contempo non hanno alcuna possibilità di residenza legale in un altro luogo del mondo. Come la seconda guerra mondiale ha costretto il mondo ad aprire gli occhi sul dramma dei rifugiati portando alla nascita della Convenzione di Ginevra, questi progressivi disastri climatici devono portare a una nuova consapevolezza internazionale e quindi a strumenti di protezione per gli eco profughi. Si deve ricordare infatti che questi disastri ambientali sono provocati dall’uomo e che la comunità internazionale e gli Stati non stanno agendo con la dovuta risolutezza per fermarli. C’è bisogno, pertanto, di un’assunzione di responsabilità nazionali ed internazionale. Si auspica che il messaggio di Papa Francesco,elevata autorità morale possa favorire il rispetto dei diritti umani di migranti, richiedenti asilo e rifugiati”.