Nella mattinata odierna, i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, con l’ausilio di militari appartenenti al locale Comando Provinciale, hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e due ai domiciliari, emesse dal G.I.P., dott. Livio A. Cristofano, nei confronti di Mario Lo Po, 50 anni, la sorella Maria Grazia Lo Po, 45 anni, Giovanna Trovato, 36 anni, moglie di Lo Po, e il fratello di questa, Leonardo Trovato, 33 anni. Gli arrestati sono gli amministratori della SO.GE.FI.L. Riscossione S.p.a., con sede in Rende, società operante nel settore della riscossione per conto di enti pubblici territoriali, per i reati di associazione per delinquere e peculato. Contestualmente agli arresti sono in corso di esecuzione sequestri preventivi ai fini della confisca per equivalente di appartamenti, ville, box e terreni nella disponibilità di due degli indagati. Gravissime le irregolarità accertate dalle Fiamme Gialle nella gestione della società di riscossione che, negli ultimi dieci anni, ha esercitato la propria attività per conto di circa 80 amministrazioni comunali soprattutto delle Province di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia. Una volta incassate, le somme provenienti dalla riscossione, anziché essere riversate agli Enti a cui legittimamente spettavano, venivano distratte dagli indagati che le utilizzavano per le proprie esigenze personali. L’appropriazione di danaro pubblico è stata quantificata in oltre 15 milioni euro, parte dei quali sono stati utilizzati anche per acquisiti on-line su siti e-commerce e per ricaricare carte poste-pay in uso agli amministratori della società. Dall’analisi della contabilità e dei rapporti di conto corrente sono emersi pagamenti per diverse centinaia di migliaia di euro nei confronti degli amministratori stessi e delle imprese a loro collegate per non meglio specificate consulenze, nella piena consapevolezza di una sempre più grave situazione debitoria nei confronti degli Enti.
Numerosissimi Comuni, ritrovandosi in stato di dissesto a causa dei mancati introiti tributari (molti di essi si sono visti negare anche i rendiconti dell’attività esattoriale), hanno anche avviato azioni legali presso le Autorità competenti (Procure della Repubblica, Corte dei Conti, etc.). A carico degli amministratori della società sono stati contestati, inoltre, diversi reati societari, tra cui, in particolare, il falso in bilancio, la formazione fittizia del capitale sociale e l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità pubbliche di vigilanza. Le società di riscossione hanno infatti l’obbligo di disporre di un capitale sociale di almeno 10.000.000,00 di euro a garanzia, in ultima istanza, di eventuali pretese erariali. I soci della SO.GE.FI.L. Riscossione S.p.a., invece, hanno apportato crediti inesigibili per circa 7.500.000,00 di euro al fine di poter continuare ad operare pur non possedendo i prescritti requisiti patrimoniali.
La società si è mostrata, altresì, costantemente inadempiente rispetto agli obblighi di versamento delle imposte, tanto da aver maturato, nel tempo, anche un ingente debito tributario. Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto, Dr. Domenico Airoma e dal Sost. Proc., D.ssa Donatella Donato, hanno portato alla denuncia, a vario titolo, di 13 persone (tra cui anche le 4 arrestate oggi), tra amministratori, soci e componenti del collegio sindacale. L’operazione, denominata “Redde Rationem” (citazione tratta dal Vangelo di Luca che tradotta letteralmente significa “rendi conto”), scaturisce dallo sviluppo di autonomi spunti investigativi emersi nell’ambito dell’inchiesta “Eolo” della Procura della Repubblica di Catanzaro relativa ad un giro di tangenti nell’ambito delle autorizzazioni per la realizzazione di un parco eolico nel territorio di Isola Capo Rizzuto.