Si è svolto lunedì 22 luglio, nella sala riunioni della sede della Comunità Montana del Savuto, nel Comune di Santo Stefano di Rogliano, un interessante seminario organizzato da Coldiretti Calabria per discutere sulla “Difesa del castagno: interventi e soluzioni per la lotta al cinipide.” I lavori del seminario sono stati coordinati da Francesco Cosentini, direttore Coldiretti Calabria, e dopo i saluti del presidente provinciale Coldiretti Cosenza, Pietro Tarasi, del presidente Coldiretti Rogliano, Mario Ambrogio, e del sindaco di Santo Stefano di Rogliano, Antonio Orrico, sono proseguiti con le relazioni tecnico/scientifiche di Tatiana Castellotti, ricercatrice INEA, di Vincenzina Scalzo, tecnico ARSAC, e di Carmen Barbalace, Dirigente del Servizio Fitosanitario Regione Calabria, l’intervento di Flavio F. Cedolia, direttore generale ARSAC, e le considerazioni finali del presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro. Il seminario ha registrato la presenza di numerosi castanicoltori ed amministratori locali dell’area del Savuto, dove la castagna, uno dei prodotti locali di eccellenza più rinomati del territorio, rappresenta un’importante risorsa agricola che determina notevoli ricadute economiche ed occupazionali che si stanno notevolmente ridimensionando a causa della la presenza del “Cinipide galligeno” un parassita proveniente dalla Cina che attacca le foglie e i germogli dei castagni deponendovi le proprie uova e causando danni alla produzione di castagne. Introducendo i lavori il direttore Coldiretti Calabria, Francesco Cosentini, ha affermato che bisogna intensificare la lotta all’emergenza cinipide attraverso azioni di lotta biologica che rappresenta l’unica arma per combattere il “Cinipide galligeno” del castagno. “Una vera e propria calamità – ha continuato Cosentini – che causa ingenti perdite di produzione e sta compromettendo il ricco patrimonio del castagno che rappresenta per il Savuto oltre che una componente importante del suo enorme patrimonio boschivo, anche una fondamentale fonte di reddito.”
Nel corso delle relazione dei tecnici sono state presentate anche le azioni di lotta sinora attuati sul territorio della Calabria attraverso i lanci del “Torymus Sinesis”, l’imenottero antagonista biologico al cinipide del castagno.
Nell’area del Savuto sono stati effettuati 24 lanci di Torymus Sinesis finanziati per la maggior parte dai castanicoltori privati per una somma di 9.450,00 euro a fronte dei 3 lanci finanziati dal Ministero per un ammontare di 1.350, 00 euro
L’intera azione di contrasto al cinipide è stata portata a termine con la collaborazione dell’Istituto Fitosanitario della Regione Calabria e dei tecnici ARSAC Vincenzina Scalzo e Francesco Tenore. A conclusione dei lavori del il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, ha auspicato che “si continui su questa strada per risolvere il problema poiché il cinipide è l’insetto più dannoso che ci possa essere per il castagno. Del resto la lotta biologica con insetti antagonisti è l’unica praticabile in quanto attuabile su tutto il territorio senza influire sulle caratteristiche qualitative delle produzioni Occorre, al di là degli sforzi che direttamente stiamo facendo come Coldiretti Calabria e continueremo a fare come imprenditori, un progetto sinergico con il coinvolgimento attivo dei privati e della Pubblica Amministrazione, solo cosi si sarà in grado di intensificare la lotta al cinipide che necessita anche un valido sistema di monitoraggio e di collaborazione con le amministrazioni comunali.” I dati nazionali ci dicono che dove si è intervenuto con la lotta biologica per cinque anni, si sono registrati i primi positivi risultati di abbattimento del cinipide a livelli di assoluta compatibilità ambientale, senza registrare più danni evidenti alle piante ed alla produzione. Per quanto ci riguarda – ha concluso Molinaro – Coldiretti continuera’ l’attività di monitoraggio e di raccolta di segnalazioni da parte dei castanicoltori sul territorio e proseguiremo con un’accurata campagna di informazione attraverso l’organizzazione d’incontri tecnici nei principali comprensori castanicoli della Calabria”.