di Luigi Ruggiero. Al Lilius Cafè, ancora una volta, la Cultura con la “C” maiuscola, l’ha fatta da padrona; è stata la Protagonista, la Primadonna della serata di martedì 27 agosto, in cui una platea qualificata e numerosa ha conversato con Rocco Taliano Grasso e Cataldo Amoruso e Dina De Marco su “All’inferno con ritorno”, il romanzo “affollato di fatti, personaggi e vicende, e affollato di storia” con cui Cataldo Russo racconta avvenimenti il cui arco “copre una parabola che dalla nascita di Curzio protagonista principe del romanzo), cioè la fine d’anno del 1929, arriva agli anni Ottanta del Novecento. In questo vasto arco di tempo c’è di tutto: il fascismo, il nazismo, la seconda guerra mondiale, la Liberazione, la Repubblica, il trasformismo che ne è seguito, il regime democristiano, l’emigrazione e tanto altro ancora.
In Argentina, dove Curzio emigrerà con la giovane moglie Marialetizia, c’è Peron e il populismo ambiguo, c’è la lunga teoria dei generali con gli squadroni della morte, le persecuzioni, la crisi nera, la svendita del Paese alle multinazionali straniere, la corruzione, la guerra delle isole Malvinas con l’inghilterra della Tatcher, la guerriglia marxista, fino al ritorno della democrazia con l’elezione di Raul Alfonsin”. Dirigenti scolastici (Bombina Carmela Giudice, Peppino Barberio e Peppe Virardi) che hanno raggiunto il Lilius dalla vicina Torretta di Crucoli per “sentire” il collega Cataldo Russo; numerosi docenti di ogni ordine e grado; altro personale scolastico e tanti giovani e donne hanno assistito – nonostante afa e orario – alla dotta prolusione di Rocco Taliano Grasso, magistralmente accompagnata dal sottofondo musicale della chitarra di Cataldo Amoruso, scrittore e poeta, e dalle letture appassionate di alcune pagine del libro “parlate con enfasi” da Dina De Marco, coordinatrice del gruppo LaAV. Una e mail di Cataldo Russo inviata ad uno dei presenti alla performance culturale che aveva messo in luce possibili affinità socio-politiche tra “All’inferno con ritorno” e “Lettere dalla Samaria” di Rocco Taliano Grasso, meglio descrive “lo spessore” della serata culturale. “… Non mi aspettavo così tante persone, segno che il Lilius Cafè è ben radicato nel territorio. All’inizio del tuo intervento avevi posto una domanda cui non è stata data risposta.
Credo che essa possa essere: “Al di là delle differenze di stile e di tematica, penso che ci siano dei punti in comune fra Lettere dalla Samaria e all’Inferno con ritorno. Rocco denuncia i mali del mondo, le brutture della vita, le storture della chiesa, in quanto potere temporale, attraverso il tarlo del dubbio e dei grandi interrogativi sul perché nemmeno la venuta di Cristo abbia riscattato veramente l’uomo, io lo faccio attraverso le vicende di personaggi presi dalla quotidianità, persone che anelano al riscatto sociale, anche attraverso la ribellione, non importa se esso (il riscatto) sia affidato alla giustizia sociale o a Cristo. In fondo, Cristo era stato mandato sulla terra per riscattare l’uomo, ma come sempre i poteri forti,la Chiesa in primo luogo, hanno quasi deriso il suo sacrificio.In quanto alla Calabria, io credo che il riscatto debba partire da noi. Dobbiamo smetterla di sentirci dei semidio. Lo dice anche Tomaso di Lampedusa. E’ vero, siamo gli eredi dei greci e dei romani, ma a cosa serve vivere di nostalgie se non sappiamo trarre dal nostro passato glorioso la forza di determinare un nuovo Rinascimento?”