“Ritorna la “Telenovela” del Sant’Anna, nuovamente in balia della difficoltà a riprendere il volo e ritrovare le ali dei tempi migliori. Anche questa è una delle tante ricorrenze passive che infestano la nostra maltrattata e dimenticata regione, che offendono ancora di più la Calabria relegandola nel limbo del nulla, del vuoto, del silenzio e dell’inutilità ad aspirare a dei rilanci al futuro – afferma in una nota Gianfranco Turino, UGL Trasporto Aereo Calabria (Settore Ricerche, Studi e Programmazioni). La Crotone aerea, purtroppo, è un derivato negativo della insufficienza politica, di qualunque colorazione, oltre alla mancanza di visione dello spazio di coloro che avrebbero dovuto impegnarsi a garantire la continuazione dei collegamenti, sollecitando l’applicazione delle direttive, il rispetto degli accordi e degli impegni, prevenendo in anticipo gli ostacoli che potevano sorgere sul cammino della funzionalità (non va dimenticata la chiusura del 1979, arrivata per la troppa leggerezza nel leggere gli indizi seminati sul camino della storia). Le conseguenze di questa abulicita, travolgono il sociale e le speranze di avere un diverso tempo al futuro. Crotone, fino ad oggi, ha sempre perso i suoi pezzi, depredati o trasferiti in altri siti, gli esempi sono tanti e sotto gli occhi di tutti, tra cui il fallimento industriale, il declassamento della ferrovia e del porto. L’aeroporto è uno di questi tasselli, una molecola elastica sbattuta da una parte e dall’altra dal vento del disinteresse e della mancanza di senso pratico per un hinterland che attende il suo riscatto e la sua rinascita dopo il vuoto degli anni, una struttura che aveva riaperto la sua realtà al rombo dei motori, al flusso passeggeri, ai collegamenti rapidi con il resto del territorio nazionale, poi, d’improvviso, tutto fermo, tutto come prima, anzi peggio di prima, eppure con la cancellazione degli oneri di servizio, il collegamento al Sant’Anna era ed è un investimento a lungo raggio di tutto rispetto, ma evidentemente, per molti, ancora troppo poco lucrativo. Oggi, non è solo una struttura che si ferma, c’è anche la continuità lavorativa e professionale di chi opera sul sedime aeroportuale bloccata repentinamente, c’è il nucleo dei dipendenti della società, che avanzano una serie di stipendi, su questa situazione, a nessuno è concesso di giocare a rimpiattino o allo scarico delle responsabilità, i lavoratori, sono stati pazienti, come tante altre volte, altrimenti avrebbero dovuto agire ed intervenire da subito, non si può prendere in giro chi impegna se stesso per poter dare alla famiglia una certezza, non è accettabile ne tanto meno giustificabile ogni ritardo che coinvolge, economicamente, il lavoratore.
In questo senso la situazione andava trattata subito, arrivare, trascinandosi, da mesi senza soluzioni, ma con le promesse di interventi mirati a recuperare i fondi per almeno un parziale anticipo, diventa la solita perversa presa per i fondelli,anche perché non è un segreto che le casse societarie e degli enti pubblici interessati (comune e provincia) sono a secco. La domanda che pongo in rapporto alle funzionalità e agli accordi, da studioso del trasporto aereo, riguarda gli ultimi contratti siglati con la Ryanair, che fine hanno fatto i voli promessi e i collegamenti stabiliti e individuati a livello contrattuale? Non mi si venga a raccontare che lo scalo di Sant’Anna ha ancora carenze di strumentazioni o manca di qualche apparato specifico, anche questo è un ripetersi di un ritornello già vissuto nel 1979, penso invece, e vorrei sbagliare, che il problema è soltanto un fattore economico e di cifre, non ho bisogno di aggiungere altro, rispetto l’intelligenza del pubblico che capisce perfettamente quello che è il sottofondo della vicenda. Mi permetto di ricordare, agli amici di Crotone, che l’aeroporto ha una pista priva di ogni tipo d’ostacoli, con il taglio degli alberi, la visibilità è aumenta al cento per cento, non ha problemi atmosferici, raramente sul pianoro c’è nebbia, le poche volte sono banchi a livello del suolo, in ogni caso, se non vado errato, mi sembra che la struttura è munita dell’apparato di guida cieca. Concludo riaffermando che molte delle responsabilità negative sono, almeno in questo momento, della stessa regione che, spesso dimentica l’esistenza di tre aeroporti, la cui funzione è una rappresentanza in movimento del futuro, pertanto dovrebbe avere il coraggio di dire, finalmente, cosa intende fare per lo scalo Krotoniate, ma anche dettagliare una reale politica dei trasporti, soprattutto per il settore aereo. Bisogna comunque mettere la parola fine ai vari tentennamenti, lo scalo, frequenza o meno di linee, ha un costo in termini di valori monetari che diventano un pesante passivo se non esiste una formula attiva, di qualunque genere, capace di portare voli, traffico, di conseguenza, entrate. Crotone, resta inteso, ha estremamente bisogno del suo aeroporto, non avendo altre soluzioni di trasporto rapido da offrire, diventa quindi primario svegliare l’ambiente facendo capire questa importante via e il suo logico ritorno in termine di frequenze e di sviluppo. Se non si riesce a concepire l’utilità del settore, è meglio chiudere sogni e speranze, lasciando il Sant’Anna ai soli collegamenti dell’Aero Club, cancellando un possibile capitale validissimo per un futuro cittadino diverso dall’attuale esistenza collettiva”.