“Secondo un rapporto del Welf (World Economic Forum) l’Italia è al 37esimo posto nel mondo per il trattamento riservato ai propri lavoratori; nella speciale classifica che vede la Confederazione elvetica al primo posto e lo Yemen all’ultimo, il Belpaese si trova dietro al Cile e subito prima della Lettonia – afferma Francesco Molinari del Movimento 5 Stelle. È un dato che deve far riflettere nel momento in cui dobbiamo considerare la disastrosa condizione occupazionale calabrese, che di certo ha il suo peso su quella classifica. Gli ultimi dati certi a disposizione mostrano una Regione che non offre più nessuna possibilità lavorativa, generando così una grave situazione di disagio sociale: la povertà delle famiglie è pari al 27%; la disoccupazione supera il 20%, ed in particolar modo quella giovanile e femminile si attesta oltre il 40%; il reddito pro capite è tra i più bassi d’Italia; il tessuto imprenditoriale e produttivo, di per sé debole, è in forte crisi. E ancora, il tasso occupazionale più basso d’Italia si registra proprio in Calabria, con appena il 39% di persone occupate nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni (55,7% su scala nazionale); a ciò si aggiunga la piaga del lavoro nero e del precariato nonché la dolorosa via dell’emigrazione che molti giovani sono costretti ad intraprendere per trovare un futuro.
Ma c’è di più. I lavoratori in mobilità in regione hanno superato le venticinquemila unità e questo dato statistico fa riflettere sulle possibili tensioni sociali che può innescare, soprattutto considerando la limitatezza dell’intervento (limitato al 30 aprile 2013) a sostegno del reddito degli ex lavoratori cosiddetti prorogati in deroga agli ordinari ammortizzatori sociali e, come se non bastasse, i notevoli ritardi nella loro erogazione da parte dell’Inps, denunciati dai lavoratori suddetti. Una giungla normativa alla quale la Regione Calabria ha dato luogo con una sospetta gestione del consenso; una situazione in cui il Governo avrebbe dovuto giocare un ruolo da protagonista ed invece è rimasto comodamente seduto in panchina a guardare. Una situazione che costituisce un’eredità che va sempre più appesantendosi per colpa di una classe politica calabrese inetta ma anche di parti sociali interessate solo al contingente ed alle loro affermazioni di parte e mai alle sfide ed alle prospettive del domani. Parte da questo tragico contesto la nostra interrogazione presentata al Ministro del Lavoro, in un quadro che ha visto le Amministrazioni competenti – Regione Calabria e Governo centrale in primis – non in grado di costruire politiche attive di contrasto e di contenimento alla disoccupazione nel mentre in questa terra – sempre più abbandonata a sé stessa – si è allargata la fascia delle famiglie che vive sotto la soglia minima di povertà, rappresentando un disagio sociale ormai prossimo ad arrivare pericolosamente al culmine”.