“Ci consenta la presente, in materia aeroportuale, che non intende essere una contestazione al suo operato ne, tanto meno, una critica, ma un semplice scambio di vedute per quanto si attiene al suo intervento verso i dipendenti della società di gestione dello scalo Sant’Anna, con la minaccia del ricorso alla precettazione se non rientravano dallo sciopero dichiarato, senza attenersi ai contenuti dell’autoregolamentazione per la garanzia del pubblico servizio – scrivono in una lettera Carlo Turino, Giancarlo Rizzo e Gianfranco Turino della Segreteria Regionale della Fiamma Tricolore, indirizzata al Prefetto di Crotone, Maria Tirone. Quello del personale è stato un atto estremo, più che giustificabile, per il mancato pagamento degli stipendi. Non è nostra abitudine interferire con la legalità, e, rispettando le norme ci sia permesso, nella fattispecie, aprire un capitolo per dettagliare lo stato della struttura e dei suoi lavoratori, senza voler fare dell’inutile ironia, ma solo una constatazione, che, se pur drammatica, faccia emergere la situazione reale dei fatti. Da quanto risulta l’aeroporto è aperto al pubblico ma non è operativo, questo, in termini di trasporto aereo, in pratica, al momento, non ci sono voli commerciali, riteniamo superfluo il continuare a ribadirlo per una situazione perdurante da svariati mesi. Le norme di autoregolamentazione, come lei ben sa, sono applicabili la dove esiste un operatività funzionale, prevedono una comunicazione di stato d’agitazione, inviata con almeno sette giorni di anticipo, sollecitando un intervento dell’autorità per il raffreddamento della vertenza, in caso di responso negativo, astensione dal lavoro, per fasce orarie, fermo restando la garanzia di un presidio comandato, con un numero ridottissimo di unità, per assicurare i servizi minimi come emergenza, voli di stato e del soccorso ed eventuali dirottamenti.
La stranezza dei fatti, al di la della mancata operatività commerciale del Sant’Anna divenuta ormai uno dei malvezzi della nostra storia civile, è il contenuto degli atti susseguenti che, a nostro avviso, non possono esistere e quindi applicati perchè non c’è alcuna interruzione di pubblico servizio, non esistendo il servizio stesso. Il tutto è una azione innaturale, per una struttura che, attualmente, funziona solo come bar per gli automobilisti di transito o come locale frequentato da parte degli ospiti del vicino centro di accoglienza. Le forze sindacali, pur con gli impegni e i contenuti delle riunioni e dei dialoghi, avrebbero dovuto e potuto, agire in tempi non sospetti, sollecitando con fermezza chiarimenti leciti e credibili dalla posizione dell’ente che amministra lo scalo da cui dipende il pagamento degli stipendi. Abbiamo sostenuto, in precedenza, che non si può accettare, in nessun modo, la penalizzazione di coloro che prestano la loro opera negandogli ripetutamente le spettanze mensili, censuriamo, ancora una volta, pesantemente gli artefici di questo iniquo comportamento e intendiamo, come formula partitica, di procedere pesantemente richiedendo quanto maturato ,ma anche gli interessi sul mancato pagamento (dal 3 al 5%) come previsto dalle norme del codice civile, per la quale le chiediamo, nella sua veste d’autorità, una presa di posizione, nei confronti dell’azienda e relativo intervento in merito. Ci permettiamo, signor Prefetto, un ultima affermazione, ovvero, evitare ai lavoratori dello scalo Sant’Anna che dopo il danno ci sia anche l’amaro della beffa. A conclusione, Crotone non merita di sprofondare in un altro pericoloso baratro occupazionale e di mancato progresso,che si andrebbe ad aggiungere ai tanti guasti che già pesano sulla città di Pitagora e sul suo hinterland, accrescendo il negativo del sociale da sempre affossato nella storia di una economia completamente alla deriva, dove tutto è il contrario di tutto a totale deprimendo del futuro con speranze cancellate e inesistenti”.