“E’ con enorme piacere il sapere che la Confartigianato di Crotone, proponga la Società Unica Aeroportuale, come soluzione alla dispersione di forze, economie e servizi che si sta consumando sul trasporto aereo regionale,sposando in questo modo un progetto derivante da uno studio disposto, a suo tempo, dalla struttura sindacale del settore (la CISNAL attuale UGL) quale formula produttiva di una realtà in cui, gli aeroporti, sono un bene effettivo – affermano in una nota Carlo Turino, Giancarlo Rizzo e Gianfranco Turino della Fiamma Tricolore. Quella ricerca proponeva un intermodale generale, intersecato su tutto il territorio in modo da avvicinare e collegare la mappa geografica dei vari settori, proiettando lo scenario verso lo sviluppo attivo del turismo come mezzo di nuove entrate. Lo studio, risalente al 1985, subito dopo la crisi Itavia, aveva lo scopo di indicare le basi per evitare altre pericolose situazioni in materia di legami in vista della deregulation,con la liberalizzazione degli spazi aerei per l’eurovolo. Un insieme di ipotesi dettagliate che, comunque, avevano necessità dell’appoggio della politica per essere concretizzate. In effetti nel 1996 il primo governò regionale del centro destra,presieduto da Nisticò, prese in esame la proposta convocando, la segreteria del settore, composta da rappresentanti di Lamezia, Reggio e Crotone, per una audizione sul tema,il dibattito fu un sessueguirsi di punti e spiegazioni capaci di far prevalere un estensione a livello regionalista nella completa eliminazione del solito campanilismo comunale. Lo studio non venne successivamente realizzato perché scivolò sul ghiaccio dell’avio superficie, non prevista, ne, tanto meno, accennata nei concetti degli autori miranti a riqualificare i tre aeroporti per cementarli in un unico ente handling e non disperdere il loro potenziale in strutture costose e di dubbia riuscita. Oggi, la necessità di utilizzare al meglio le risorse del trasporto aereo calabro, potrebbe concretizzarsi proprio attraverso la società unica aeroportuale,in un collante capace di far coniugare la svariata geografia di traffico. Un atto la cui realizzazione andrebbe nella direzione e nell’interesse del collettivo, per un concreto sviluppo del settore e per evitare la frantumazione e lo sperpero dei flussi economici che attualmente si consumano senza risultati pratici e visivi. I decreti legge del 28 giugno 1995, n° 251 e 3 agosto dello stesso anno n° 351, conosciuti come disposizioni urgenti in materia di gestioni aeroportuali, stabiliscono, per quanto concerne la modalità di attuazione, canoni rigidi con il rischio di un abbattimento produttivo per circa 15 aeroporti, definiti, medio-periferici e minori. I decreti, infatti, pongono numeri dettagliati in materia di passeggeri e la liberalizzazione del mercato con la possibilità d’inserimento di altre società, sullo stesso sedime aeroportuale, il cui capitale sociale sia di circa tre miliardi di vecchie lire in una formula concorrenziale che andrebbe a dividersi i servizi esistenti. Il pericolo di caduta occupazionale viene estrapolato attraverso l’articolo uno – capoverso A del decreto 351, allo stesso modo con cui si indica la completa applicazione del CCNL del Trasporto Aereo, capoverso B, materia sancita dal comma 12, articolo 10 della legge del 24 Dicembre 1993, n° 537,questo almeno sulla carta. Comunque, a nostro avviso, per garantire la continuità patrimoniale del Triangolo aeroportuale Calabro, è importante far applicare l’articolo 10 del Decreto che sancisce uno sgravio fiscale a quelle strutture rivestenti carattere turistico e di rilevante preminenza sociale e collettiva per lo sviluppo.
Norma, la cui attuazione e’ delegata alla volontà e giudizio del solo ministero dei trasporti, (applicata attualmente all’aeroporto di Crotone-Sant’Anna, ma vista la situazione collegamenti,è d’obbligo far attuare anche per Lamezia e Reggio). Gli aeroporti calabresi, possono esercitare un ruolo importante nella tipologia del turismo sociale e collettivo, per quella serie di fattori specifici che nascono dalle caratteristiche dell’ambiente. Conseguentemente con la gestione totale dei servizi aeroportuali, sia attivi che passivi,da parte degli enti Handling, risulterebbe una diversa stabilità di conduzione, per la realizzazione di una forma duratura di controllo che garantisca un servizio maggiore, ed una proiezione definita per l’occupazione. Uno dei privilegi della gestione totale è la concessione, alle società handling, di percepire, per intero, i diritti di approdo e partenza precedentemente di competenza dell’aviazione civile. Ovviamente le sole tasse non sono bastanti a sostenere lo sforzo sviluppativo degli aeroporti, va pertanto,perseguita e realizzata la strada dell’autoproduzione di servizi nuovi, ricercando non soltanto traffico, ma anche altre attivita’ da impiantare negli spazi aeroportuali. Per arrivare all’unificazione bisogna equiparare costi e canoni, in modo da avere una livellazione delle cifre che possa essere eguale per l’intera struttura regionale, senza creare difficoltà d’ordine amministrativo. La funzionalità del Trasporto Aereo Commerciale, consente tutta una serie di operazioni capaci di attuare una diversa visione per l’economia locale, ponendo determinate basi di riqualificazione e rivalutazione attraverso un sistema di scambi e collegamenti, capaci di ricostruire una mappa particolare della regione, utilizzando ciò che la medesima può offrire a miglioramento della produzione futura. L’idea d’una società unica trova, ancora oggi, una serie di difficoltà ad essere attuata, per un quadro generale di mentalità portata più al campanilismo che ad un visione di possibilità collettiva. Per poter costruire il progetto è importante quindi impostare, come primo atto, un coordinamento regionale, con funzioni di organismo transitorio, in preparazione della struttura di società unica definitiva. Un organismo strutturale che comprenda presidenti e vice-presidenti degli attuali Enti, le rappresentanze geografiche e gli esponenti del privato. Le funzioni del coordinamento non sarebbero soltanto di preparazione ma possono, nel frattempo, realizzare progetti come il controllo globale delle spese e degli introiti, ricerca e smistamento traffico, non solo secondo l’esigenza utenza, ma anche in riferimento alle collocazioni geografiche, e al potenziale offerta, realizzazione di pacchetti turistici, piani economici di produzione e autoproduzione, riaprire il sistema cargo per i prodotti locali in modo da portarli rapidamente sui mercanti, applicazione di azionariato di base per la partecipazione attiva del personale alla vita della struttura, e apertura al cittadino con quote singole, investimenti delle risorse, interscambi societari, a livello professionale, del personale per l’integrazione e la soluzione di quelle problematiche derivanti da una gestione unica.
Riteniamo che, il nostro, sia un suggerimento ancora attuabile, nonostante gli svariati anni persi nelle inutili diatribe di potere. Per la riuscita del quale è importante il massimo impegno, al di fuori dei simbolismi di parte e con l’attiva partecipazione di tutti coloro che sono interessati allo sviluppo aereo”.
Mi auguro per il bene del territorio crotonese e calabrese tutto che si riesca a risolvere il problema altrimenti saremo sempre “terzo mondo”